Foto LaPresse

contro mastro ciliegia

Le parole improvvide di Roccella su Auschwitz e la lezione di Guccini

Maurizio Crippa

Le dichiarazioni della ministra sul valore educativo delle visite ai lager sono servite alla sinistra anti israeliana per tentare di rappattumare lo squarcio morale provocato da Albanese

Le parole improvvide di Eugenia Roccella sul valore educativo delle visite ai lager sono servite alla sinistra anti israeliana (fermiamoci qui) per tentare di rappattumare lo squarcio morale provocato da Albanese. Questo detto, è un peccato che la sinistra rappattumatrice si sia bellamente dimenticata di una canzone di Francesco Guccini, 1981, tra le più belle ma meno famose: proprio per il contenuto, forse. Lager inizia, non diremo roccellianamente, ma con una dura immagine del poco che tanti imparano dalle visite in quei luoghi: “Cos’è un lager? / E’ una cosa nata in tempi tristi / Dove dopo passano i turisti / Occhi increduli agli orrori visti / ‘Non gettar la pelle del salame’”. C’è disincanto ma nessun invito a cambiare meta delle “gite” scolastiche. Ma c’è anche qualche giudizio sincero, proprio sulla retorica ufficiale della sinistra (emiliano, Guccini la conosceva bene) forgiata per scaricare la colpa dell’antisemitismo e del totalitarismo soltanto sul fascismo: “Il fenomeno ci fu. E’ finito! /  Li commemoriamo, il resto è un mito / L’hanno confermato ieri giù al partito / Chi lo afferma è un qualunquista cane”. Cos’è un lager? “E’ una cosa sporca, cosa dei padroni / Cosa vergognosa di certe nazioni / Noi ammazziamo solo per motivi buoni”. A futura memoria.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"