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Contro mastro ciliegia

Quelli che i pro Pal cercavano solo un treno: al Binario 21

Maurizio Crippa

Renzi corre verso il compiacimento della sinistra larga, Feltri predica, Bobo fantastica di infiltrati e Acerbo ribalta i fatti: più che analisi, una collezione di tic ideologici. Di fronte alla violenza, il riflesso condizionato è sempre lo stesso: minimizzare, giustificare, o scaricare sulla polizia

Matteo Renzi ha fatto due imperdibili giorni all’Onu, e s’è fatto pure una “corsetta”. Il suo lato pop è sempre simpatico, ma non lo ha salvato da quella che ormai è un’ossessione. Della violenza pro Pal di lunedì, ha scritto su X che è “il più grande regalo al governo Meloni”, pensiero che ti può venire solo se hai un bisogno compulsivo di compiacere la sinistra larga. Poi arriva Stefano Feltri, alta scuola CDB, a spiegare che Meloni e Salvini faranno, loro, uso politico della violenza, come Trump. Pensavamo di avere toccato il fondo, ma le vecchie talpe scavano ancora. Ad esempio Bobo Craxi, che pure dovrebbe saperne di odio di piazza, riesce a scrivere: “Mi domando se non siano state infiltrate da provocatori esterni”. Dopo decenni in cui il copione black bloc, e da tre anni quelli con la kefiah, è sempre uguale, lui crede agli infiltrati. Perché non agli Ufo? Peggio degli Ufo, o dei deltaplani che festeggiano il 7 ottobre, c’è solo Maurizio Acerbo segretario di Rifondazione comunista, che almeno ha da guadagnarsi la mesata. Senza vergogna scrive: “E’ stata la polizia a provocare scontri manganellando chi entrava in stazione”. Sì, in effetti i pro Pal a volto coperto cercavano soltanto un treno: per caricarci gli ebrei. Ma hanno sbagliato binario: cercavano il Binario 21.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"