CONTRO MASTRO CILIEGIA

Il “piombo” queer della Flotilla farebbe anche ridere, se non pensate ad Hamas

Maurizio Crippa

Il contingente maghrebino abbandona la nave per la presenza di attivisti Lgbtq ed esplode la contraddizione: l’alleanza pro-Pal si infrange sulle stesse intolleranze che a Gaza e in Iran diventano persecuzione

Piombo nelle ali, dice il giornale maghrebino che ha dato la notizia. Piombo a sufficienza per colare a picco la Global Sumud Flotilla, la crociera è finita, verrebbe da riderci su. Verrebbe. Per l’incredibile nuovo testacoda dei pirati, dopo i saluti e baci di Greta. Stavolta il testacoda è ideologico e più grave: una delle punte avanzate dell’attivismo pro Pal è la comunità Lgbtq variamente organizzata; non è chiaro perché, ma avrà di certo a che fare con l’opposizione alla “forma estrema del capitalismo” che impone “l’eliminazione fisica di una popolazione considerata in eccesso”, come scrive il Manif. Solo che poi, quando gli amici islamici imbarcati scoprono che ci sono anche persone Lgbtq, l’eliminazione fisica della popolazione diversamente pro Pal la farebbero direttamente loro. Così il coordinatore del contingente maghrebino della Risibile Armada s’è fatto sbarcare per protestar contro la presenza di esponenti non islamicamente corretti. “Ci hanno mentito sull’identità di alcuni dei partecipanti”, manco fossero spie del Mossad. Altri sono stati anche più espliciti: “L’orientamento sessuale di ognuno è una questione privata. Ma essere attivista queer significa violare i valori della società. Mi rifiuto di permettere che a mio figlio venga offerto un cambio di sesso a scuola”. Charlie Kirk non avrebbe saputo odiare meglio, ma non ditelo a Schlein. Senonché non viene proprio nessuna voglia di ridere, di questa faccenda che è l’esito di un tragico equivoco ideologico da parte della comunità Lgbtq, con o senza barca: perché fa pensare alla fine che fanno  le persone con sessualità non conformi sotto la dittatura di Hamas, o in Iran. Ma l’odio contro il capitalismo vestito da ebreo è più forte.

Una cosa sui cui ridere davvero c’è. Ieri un sito pro flotilla ha pubblicato la notizia di un drone “Triton” americano che seguirebbe le barche. Peccato che sia impossibile vederlo: è un drone “invisibile” di ultima generazione. E peccato che l’autore dello sgoop sia attivo su un profilo propagandista filo russo (che c’entra la Russia, vi chiederete). Si può sempre non sapere che fine fanno le persone “con orientamento sessuale” non corrispondente all’islam, e invece essere sicuri di aver visto droni invisibili. Ridere, per non piangere. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"