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contro mastro ciliegia

Svezia, Covid ed eutanasia

Maurizio Crippa

Tutti ci ricordiamo lo sgomento, l'orrore, che ci coglieva di fronte al sospetto che durante l'emergenza in certi ospedali o paesi si scegliesse chi curare e chi no. Oggi uno studio denuncia che nel paese scandinavo sia stata data morfina agli anziani invece che ossigeno. Nel silenzio, o nell'indifferenza, generale

Ieri nella ridente Lombardia l’opposizione del Pirellone stava processando la Giunta regionale per la disastrata gestione del Covid, parte prima. Tema: una strage annunciata, o giù di lì. Che siano morte troppe persone, si sa. E si sa che errori tragici ce ne sono stati in tutti i paesi. O non ci ricordiamo forse lo sgomento e l’orrore quando emersero, a più riprese, i sospetti che in certi casi si selezionasse chi curare e chi no? E’ successo? No, o almeno non risulta. Anche se la parola “scrematura”, riferita ai vecchi e ai fragili, si aggiunse al nostro vocabolario della paura. Ma una scelta volontaria, questo no. Sgomento e  orrore ora però ritornano.

 

Uno studio di Nature condotto sulla gestione dell’epidemia da Sars-Cov2 in Svezia denuncia che in quel paese, dal welfare famoso e non scalcagnato come il nostro, il tasso di mortalità nel 2020 è stato dieci volte superiore rispetto alla Norvegia. Ma questo non vuol dire. Vuol dire qualcosa, invece, che fosse stata utilizzata la morfina al posto dell’ossigeno per molti anziani, una prassi che somiglia a un’eutanasia non richiesta che al principio di cura di soggetti fragili. Nell’indifferenza o connivenza quasi totale di politica e responsabili sanitari. Non sempre l’occidente è un posto bellissimo. 

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"