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contro mastro ciliegia

Zelensky e il critico tv dell'Anpi

Maurizio Crippa

Non ho guardato Servant of the people, soprattutto per paura che dallo schermo saltasse fuori qualche putiniano di La7. Ma che ci sia gente che odia così tanto gli ucraini da orgasmizzarsi perché la puntata è andata male, fa ribrezzo

Avendo una soglia di resistenza alla noia piuttosto bassa, non guardo le serie tv (vabbé, ho appena visto in fila tre puntate di The Gilded Age, ma è debolezza da boomer, mi ricordava tanto Scorsese e dunque Antonio Monda). Comunque, mai mi sarei messo a guardare una serie di qualche anno fa prodotta in Ucraina, tanto più perché trasmessa da La7, dunque con alto rischio che, da un momento all’altro, irrompesse nello schermo qualche troll putiniano, un Formigli, un Orsini o persino Santoro. Alla larga. L’avranno temuto in tanti, quindi share basso: Servant of the People, la serie in cui Zelensky faceva l’attore, ha fatto il 3,4 per cento. Però, che in giro per i social, nei raggruppamenti di complessisti russofoni, si eccitasse una specie di orgasmo collettivo perché la puntata ha fatto poco e “l’avran visto solo i giornalisti con l’elmetto e la baionetta in canna” (come se non fosse una vecchia fiction, ma un documentario di oggi: si può essere più idioti?) lascia basiti. O meglio, lascia disgustati scoprire che ci sono putiniani che odiano così tanto gli ucraini, come tanti patriarchi Kirill, che sono contenti pure se va male la prima serata della loro tv di riferimento. Attendiamo fiduciosi il parere del critico televisivo dell’Anpi, quando avrà finito di visionare i morti ammazzati di Bucha.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"