(foto Ansa)

contro mastro ciliegia

Benvenuto a Roma, caro Djokovic

Maurizio Crippa

I talebani da tastiera scatenati contro l'ipotesi che Djokovic partecipi agli Internazionali d'Italia. Ma Vezzali ha spiegato: per il tennis all'aperto non serve il green pass rinforzato. Ma soprattutto: viva lo spettacolo sublibe del grande tennista serbo, altro che le nenie dei somari

So bene che esprimere qualsiasi opinione su Djokovic è come sfidare il sistema dei massimi sistemi; dunque mi affido felicemente al giudizio di due cari maestri e collegi: giù le mani dal talento e dalla libertà di Djokovic, talebani che non siete altro! Del resto se apri il web, e alla notizia che il campione serbo potrebbe venire agli Internazionali di Roma, trovi la sintesi giornalistico-deficiente “è furia sui social”, c’è poco da pensarci: Benvenuto a Roma, No vax Novak.

I talebani da tastiera, invece: “Vergognoso e inaccettabile”. E persino: “In Italia funziona così: obbligo green pass per lavorare, però se sei Djokovic non serve. Morale della favola: se sei ricco, fai il cavolo che ti pare”. Che manco Dibba al quinto set di birre. Senza ovviament controllare i fatti, tanto più semplici, come spiega Valentina Vezzali: “Per gli sport individuali all’aperto non serve il green pass rafforzato, dunque Djokovic può venire anche se non potrà accedere a ristoranti e soggiornare in alberghi”. Tutto regolare, e inoltre “il 31 marzo dovrebbe terminare anche lo stato d’emergenza e la situazione potrà cambiare”. Viva Djokovic, dateci il suo sublime spettacolo invece delle vostre lagne da somari.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"