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Contro mastro ciliegia

Bamboccioni climatici

Maurizio Crippa

Una ricerca su diecimila giovani tra i 16 e i 25 anni certifica che la metà di loro prova "disagio fino all'angoscia per l'incertezza climatica". E va bene che il clima è pessimo, ma per dargli una scossa psicologica verrebbe da usare una minaccia vecchio stile: "Se non la pianti, ti faccio conoscere Cingolani"

Non si starà a far battute sull’incertezza del tempo, fa troppo barzelletta con gli inglesi o Jerome K. Jerome fuori moda. Del resto anche il peggior negazionista climatico avrà poco da ridere, appena gli arriverà la prossima bolletta. Ma quando vedi un titolo, nel perfetto stile degli spauracchi esagerati di Rep., che recita: “Il ‘tradimento’ dei governi scatena una nuova sindrome tra i giovani: è l’ansia climatica”, se non un sorriso sardonico, sulle labbra ti si disegna però un impercettibile: ma vaffanculo.

 

Informa Lancet di una ricerca pagata dalla ong Avaaz e condotta da atenei di mezzo mondo. La base è un sondaggio svolto in dieci paesi su un campione di diecimila ragazz* tra 16 e 25 anni. Il 45 per cento “segnala un disagio collegato all’emergenza ambientale che arriva fino all’angoscia”. Il 75 per cento “crede che l’avvenire sia spaventoso”. Il 58 “è convinto di essere vittima di un autentico tradimento da parte delle autorità”. Secondo lo studio emergono “sentimenti negativi così profondi” da “minare la salute mentale di bambini e adolescenti”. Il clima è cattivo, okay. Ma viene voglia di usare il vecchio sistema empirico di scacciare lo spavento con uno spavento più grande: se non la pianti, ti faccio conoscere Cingolani.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"