contro mastro ciliegia

Il fiasco di Barbero

Maurizio Crippa

L'intervista alcolica in cui lo storico youtuber sostiene che ricordare le Foibe è "una falsificazione neofascista" perché di atrocità che ne sono state anche altre. No: quella fu una "pulizia etnica", occultata per decenni. Ricordarla non significa negare la Shoah. Negare le Foibe invece è ubriacatura ideologica

Spiace sembrare ripetitivi, ma a me e al mio compagno di banco rubrichista, il mitico Andrea’s, evidentemente ieri è cascato l’occhio sulla stessa intervista alcolica. Un’intervista al barolo, si sarebbe detto un tempo, oggi più banalmente un’intervista al Barbero. Nel senso del famoso storico di YouTube che tanto piace ai ragazzi. Alessandro si chiama. Forse tirato un po’ per le orecchie da Daniela Ranieri del Fatto, che è brava, ma mettendoci molto del suo fiasco, Barbero si sdraia a difesa del rettore Montanari e ne infila di ogni, a sostegno della tesi per cui il Ricordo delle Foibe sarebbe una “falsificazione della storia da parte neofascista”. A parte dire che quelli “dalla parte giusta” combattevano con le “Nazioni Unite”, che però ancora non c’erano, il prof. sostiene questa teoria: che siccome “fatti del genere se ne sono verificati continuamente”, scegliere una “specifica atrocità” da ricordare è “una scelta politica, e falsifica la realtà”. Non vuol dire nulla, né in storia  né in logica. Ma dice molto della falsificazione ideologica di Barbero: le Foibe furono una “pulizia etnica” come non se ne sono viste altre nel nostro paese. Affermarlo non è negare la Shoah, è solo la verità. Depurata dalle ubriacature ideologiche.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"