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Contro mastro ciliegia

I virologi del medagliere

Maurizio Crippa

S'avanza la strana congrega dei portasfiga da Olimpiadi, quasi quanto i virologi con i numeri del Covid. Dicono che dopo tre giorni l'Italia già rischia la débacle da medaglie. E poi quello che non si appassiona sarei io?

Confesso che il mio patriottismo olimpico è assai blando e annoiato. Non riesco ad appassionarmi al tiro al piattello e anche meno al taekwondo, appena più adrenalinica la scherma, ma non venite a dirmi che avete mai guardato il sollevamento pesi, parenti a parte. Aggiungete, come spiega da par suo mat.mat qui sopra, che la Rai farebbe scappare la voglia di vedere persino la finale dei cento metri, pure fossero tutti italiani. Ciò premesso, non sarò mai stronzo come quello là, quello che già tifava contro la Nazionale agli Europei (prrrr) e adesso sarebbe capace di dare dei figli di papà che non capiscono un c* ai quattro staffettisti del nuoto, solo perché sono arrivati secondi. Dunque mi fa tristezza quest’arietta da portasfiga, da virologi del medagliere, che monta in giro. Già al terzo giorno, circolano certuni  autoproclamati esperti di Giochi, come manco la Gismondo del Covid, che fanno di conto e tirano previsioni come giavellotti: l’Italia ha già meno ori di quanti ne avesse, dopo le prime gare, a Rio, Londra e Pechino. E siccome siamo forti soprattutto nelle gare dei primi giorni (uhm) si rischia  una débacle come a Barcellona. Paese avvisato. Poi verrà fuori qualche menagramo a dire che meglio così: meno da festeggiare, meno festosi assembramenti. E l’annoiato olimpico sarei io?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"