CONTRO MASTRO CILIEGIA

Piegate le orecchie alla sacra porchetta

Maurizio Crippa

A Trastevere epifania in forma di statua della magnifica porchetta, che unisce gastronomia e goliardia, inno alla gioia sacro e profano. Ma gli animalisti da tastiera starnazzano contro "la statua all'olocausto". Inginocchiatevi invece alla sua immagine: respect!

L’apparizione in piazza della Malva, cuore della Trastevere turistica da scasso senza furto, del simulacro in travertino di una porchetta, sacra al popolo quasi come una vacca indù, è stata una benedizione salutare. Per quanto, la sacra epifania dell’animale adorato non sia opera divina, ma nient’altro che il frutto di un “progetto di rigenerazione del centro storico”, quel tipo di iniziative perniciose promosse dai Municipi, di solito in collaborazione col ministero della Cultura. Ma il benemerito scultore, l’artista Amedeo Longo, ha spiegato come un vate o una sibilla che la porchetta è un “alimento tipico laziale, ironico e beffardo, capace di alimentare la goliardia. E’ il cibo degli opposti: popolare e nobile, democratico e monarchico, papalino e infernale”. Non si potrebbe dir meglio, tanto più nell’Urbe derelitta che negli ultimi anni ha conosciuto solo tableau vivant di famiglie di cinghiali, e sacre rappresentazioni sanguinarie di pedoni aggrediti da famelici gabbiani. Una porchetta, che profuma di forno anche nella versione marmorea, è un inno alla gioia. Tranne, ovviamente, per la masnada di dementi animalisti  da tastiera che hanno starnazzato contro “la statua all’olocausto” (e chissà se si sono accorti della loro gaffe razziale), opera “triste e macabra”. Andrebbe tutelata nei suoi diritti, la sacra porchetta. Piegate le orecchie, respect!

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"