Michael Londsdale in Des Hommes et des dieux di Xavier Beauvois (2010)

contro mastro ciliegia

Des hommes et des dieux, il testamento

Maurizio Crippa

Le parole del Padre Christian de Chergé, dopo aver condiviso con i fratelli un estremo bicchiere di vino prima del martirio, nel finale di Uomini di Dio, che narra la vicenda dei sette monaci trappisti uccisi a Tibhirine nel 1996 da terroristi del Gia e beatificati nel 2018

Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese. Che essi accettassero che l’unico Signore di ogni vita non potrebbe essere estraneo a questa dipartita brutale. Che pregassero per me: come essere trovato degno di una tale offerta? (…) Ecco, potrò, se a Dio piace, immergere il mio sguardo in quello del Padre, per contemplare con lui i Suoi figli dell’islam così come li vede Lui, tutti illuminati dalla gloria del Cristo, frutto della Sua Passione, investiti del dono dello Spirito”. E’ il testamento spirituale del Padre Christian de Chergé,  nella penultima sequenza di Des hommes et des dieux, che narra la vicenda dei sette monaci trappisti rapiti e uccisi a Tibhirine nel 1996 da terroristi islamici del Gia e beatificati nel 2018. Nella sequenza precedente, terzultima stazione, dopo aver compiuto la loro scelta di restare e di martirio, i sette uomini condividono un bicchiere di vino, in un commosso e sorridente e silenzioso addio. A portare le bottiglie, nel ruolo del monaco e medico Luc, è Michael Lonsdale, grande attore e artista cristiano francese, morto a settembre. Pace anche a lui.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"