Elisabetta Trenta e Matteo Salvini (LaPresse)

Uscire il cane, mangiare sardine. Antropologie mostruose

Maurizio Crippa

La ministra dell’anti casta che invece si comportava come una matrona romana e il nuovo prodotto della Bestia

Perdonate il sicilianismo, ma la lingua del popolo è più sapida, e inquadra meglio la bassezza terragna – anzi da scomparire sottoterra se esistesse ancora la vergogna – della situazione: “Escimi il cane”. Mai avremmo pensato di doverci occupare nuovamente della ex ministra della Difesa della casa, la rientrante al Pigneto Elisabetta Trenta, ma la coda della vicenda picaresca, come le vecchie comiche finali fa ridere assai e apre squarci di inaudita umanità grillesca.

  

“Escimi il cane”. Si apprende dunque che nei famosi centottanta metri quadri indispensabili alle nuove relazioni della ministra ci fosse posto anche per uno schnauzer nano, insomma un canuzzo battezzato Pippo, (la fantasia al potere). Che soffriva di solitudine, cosicché quando il ministro era a difendere il sacro suolo veniva prelevato a casa da un’auto militare e scortato al ministero. Dove scodinzolava, immaginiamo, facendo meno danni di quanti potesse farne la sua padrona. La sua padrona dell’anti casta; del basta con le auto blu; del vaffa ai privilegi. La sua padrona che invece si comportava come una matrona romana ai tempi di Marziale. E questa è l’antropologia dei grillini, spiegata. Un’antropologia se volete disgustosa, ma in fondo risibile e ridicola.

  

Antropologia – anzi zoologia – più belluina è invece quella à la Matteo Salvini. Non s’è fatto in tempo a divertirsi per la leggiadra e ironica idea delle sardine, che la sua Bestia ha prodotto un nuovo logo e slogan, “gattini con Salvini”, con un felino che si mangia una sardina. Di cattivo gusto? Minaccioso? Lui è così, parla solo alla pancia. E con la pancia.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"