Il Premio Strega, la versione letteraria di Rollig Stone

Maurizio Crippa

L’unico titolo che tutti sono riusciti a fare sulla vittoria di "La ragazza con la Leica" era: ha vinto una donna. Manco avessero premiato Asia Argento

Per ciò che riguarda i danni letterario-mondani provocati al premio del liquore giallo dal neo potere verde-giallo, rimandiamo all’articolo di Michele Masneri). Vale forse la pena di aggiungere qualcosa, sui tic che invece l’opposizione cultural-beneducata ha già introiettato, quasi fossero i nonni colti di Rolling Stone. Già ieri c’era da notare, sogghignando, che l’unico titolo che tutti erano riusciti a fare sulla vittoria di La ragazza con la Leica era: ha vinto una donna. Manco avessero premiato Asia Argento. Poi arriva Stefano Petrocchi, letterato preparato e direttore della Fondazione Maria e Goffredo Bellonci, il padrone di casa, che mette su Facebook un commento così: “‘Vengono in Italia a rubarci i premi letterari’, qualcuno l’avrà già scritto o forse sta per scriverlo”. Perché Helena Janeczek, vincitrice, è nata a Monaco da genitori ebreo-polacchi, sebbene viva in Italia da anni, e in tedesco ha scritto solo poche poesie. Rassicuriamo Petrocchi: nessuno lo ha scritto, anche perché i sottosegretari della Lega i libri non li leggono, e i Cinque stelle lo Strega manco sanno cos’è. E’ parlare a vanvera. Solo che poi il capo-fondazione raddoppia, ed esalta un articolo su Internazionale.it di Igiaba Scego, scrittrice italosomala, che si intitola: “La vittoria di Helena Janeczek allo Strega va oltre la letteratura”. Ma perché? E che vuol dire “era il libro giusto”? Anche Maria Bellonci mescolava storia e romanzo. Ma era donna di mondo, e oggi incenerirebbe tutti, col suo famoso e temutissimo sguardo, se dicessero, di un suo romanzo, che “era il libro giusto”, anziché bello.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"