Il logo di Johnnie Walker (foto Wikipedia)

Johnnie Walker, #too

Maurizio Crippa

Anche il whisky di largo consumo cede allo Zeitgeist e commercializzerà una versione "femminile" per spingere verso la gender equality. Non ne fanno più, di britannici di una volta

Rimarrà qualcosa, qualcosa di possessivamente loro, agli uomini mascalzoni, e passabilmente machisti e alcolisti, dopo questa buriana puritana e femminista? Probabilmente no, viene da dirlo con la malinconia di una bottiglia vuota. Persino Johnnie Walker, il whisky di largo consumo da sempre contrassegnato da quell’etichetta storta e maschia, un chiaro ammicco a quella prerogativa da caserma di poter pisciare di traverso, ha ceduto allo Zeitgeist. Commercializzerà d’ora in poi una “female version” del suo celebre logo, e si chiamerà “Jane Walker”. Dicono, i distillatori scozzesi, che è un tentativo di attirare le bevitrici del gentil sesso nell’orbita della preziosa bevanda. Ma si tradiscono subito, e ammettono che c’entra qualcosa anche l’idea di spingere verso la “gender equality”, che applicata al mitico distillato di malto della Caledonia, non si sa cosa significhi. E niente: anche il vecchio Johnnie Walker ha ceduto al #MeToo. Non ne fanno più, di britannici di una volta. Gente come un Winston Churchill, che probabilmente si sparava il suo buon whisky maschilista dopo essersi spupazzato lady Doris Castlerosse Delevingne, una signorina ad alto tasso, ma non alcolico. Comunque, se vi consola, non fanno più manco femmine come la bella Doris, una che si vantava nell’autobiografia di aver fatto un “Giro intorno al mondo in 80 letti”. Oggi la tratterebbero peggio di una Jennifer Lawrence. Ma forse lei ci avrebbe bevuto su.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"