Sergio Pirozzi (foto LaPresse)

Pirozzi che non sghignazzò, ma alla carriera ci prova

Maurizio Crippa

Ieri, presentando la sua Lista dello Scarpone, a Roma: “Le mamme devono tornare a fare le mamme: da presidente proporrò ore di lavoro pagate dalla Regione”

Classico italiano: a ogni terremoto, a ogni alluvione o Rigopiano, ci sono sempre i bastardi, gli sciacalli che ridono. E l’indignazione e l’anatema del paese che cinico non è. A volte non era vero, non era così. Ma amen. Poi spunta fuori il sindaco Pirozzi, Sergio, da Amatrice. E magari non ha ghignato, lui, ma come ognun vede una carriera politica sta provando a costruirla sulle macerie, senza protezione civile. E non s’indigna nessuno. Il sindaco che sbuca in politica, regionale con visibilità nazionale, con la grazia dello scarpone chiodato.

 

Ieri, presentando la sua Lista dello Scarpone, a Roma: “Le mamme devono tornare a fare le mamme: da presidente proporrò ore di lavoro pagate dalla Regione”. “Le tate straniere non insegnano i valori fondanti di questa nazione”. E poi venite a dirci di Fontana, Attilio: ma trovate la differenza. Pirozzi che “per quello che riguarda infrastrutture, politiche sociali, una visione del paese, il Duce ha fatto grandi cose” (forse Emanuele Fiano dormiva). Pirozzi che “mi hanno offerto tante cose, ma non tutte le persone sono in vendita”. Pirozzi che lo hanno contattato anche Renzi e Zingaretti (quasi roba da tenersi stretta la Lorenzin, se accettano un consiglio). Pirozzi che si presenta come “la voce dei territori” e dialogante, ma se lo fanno incazzare “divento una bestia”. Pirozzi, insomma. Che forse non avrà sghignazzato, ma sembra il vecchio Tonino di Pietro, quello dei Valori.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"