LaPresse/Gian Mattia D'Alberto

Sergio Patty e la repubblica dei ragazzi del Piper

Maurizio Crippa

Gli auguri di Diego Fusaro, il discorso di Mattarella e l'augurio di Patty Pravo per il 1918. E’ stato un Capodanno tranquillo, anche se un filo horror

Che volete che sia. E’ stato un Capodanno tranquillo, anche se un filo horror. E’ stata la notte di San Silvestro in cui un improbabile ma pare indiscutibile maître à penser come Diego Fusaro, praticamente un Picasso della parola, twittava auguri per un 2018 di “baldanzosa rivolta e di ragionata indocilità oppositiva al plusgodimento acefalo coessenziale al modus vivendi dei pecoroni”. Pensate che razza di veglione deve aver passato, dopo. E’ stato l’ultimo in cui Ninjia Nainggolan era più sbronzo di un intero parterre grillino in piazza del Popolo. L’ultimo in cui Lourdes Ciccone, figlia, insisteva a instagrammare le sue ascelle più rigogliose del caro estinto Spelacchio. Ognuno dal Capodanno spreme quello che può, e ne trae aruspici per il futuro. Perciò che volete che sia, se una radiosa signora italiana che sempre sarà una ragazza, la Ragazza del Piper, era lì a far mezzanotte come un italiano su due, su RaiUno, a tirare in lungo per l’“Anno che verrà” e al momento buono, invece del solito bestemmione d’occasione, con l’alterigia di una divina, ha augurato agli italiani un “buon 1918” da strappare applausi fino a Vittorio Veneto. Ma lei è la Ragazza del Piper, è un secolo che balla sul calendario con il battito di un’istante delle sue ciglia assassine. Del resto, se persino Mattarella ha messo a confronto i giovani del 1918 che andavano in guerra con quelli del 2018 che invece vanno a votare. E allora o siamo tutti ragazzi del Piper, o siamo una Repubblica del piffero.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"