Malala Yousafzai, Nobel per la pace. Foto LaPresse

Nobel per la pace contro: Malala Yousafzai bacchetta Aung San Suu Kyi

Maurizio Crippa

A vent'anni dalla scomparsa di Madre Teresa, l'attivista pakistana si appresta a vincere anche il Nobel per le dichiarazioni spontanee. A suon di tuìt con "il cuore a pezzi"

Ieri era il ventesimo anniversario della morte di Madre Teresa, premio Nobel per la Pace. Ma a parte Roberto Giacobbo, quello di Voyager, non se n’è accorto nessuno. D’altra parte lei stava sulle scatole a un mucchio di gente, per l’aborto soprattutto. E non sta molto simpatica neanche adesso: è pure santa. Poi c’è Aung San Suu Kyi, anche lei Nobel per la Pace, che invece è stata santa subito, e per un sacco di tempo. E anche invidiabilmente glam, paragonata a Madre Teresa. Adesso invece per tutti è diventata una stronza, anche peggio di Madre Teresa. E sputarle addosso è diventata una nuova specialità olimpica. Così facile che ci è arrivata pure Malala Yousafzai, che è la più giovane dei Nobel per la Pace, e non c’è dubbio che l’abbia meritato di più di Obama, il Nobel Preventivo. A Malala finirà che daranno anche il Nobel delle dichiarazioni spontanee. Passa il tempo a mandare tuìt con “il cuore a pezzi”. Tipo per i Rohingya perseguitati: “Negli ultimi anni ho più volte condannato questo tragico e vergognoso trattamento e mi aspetto che la mia collega Premio Nobel Aung San Suu Kyi faccia lo stesso”. E già vediamo che la pace fiorisce, dopo tanto impegno, in quelle lande desolate. Oppure va a Città del Messico, Nobel per l’ubiquità, e si domanda: “Perché le persone di alcuni paesi sono così ignoranti e così dure nelle loro politiche, nei loro commenti sui migranti?”. E sì. Perché mai? Ma già lo vediamo, che il mondo, grazie a Malala, sta diventando un posto migliore. Ora manca solo che parli coi pescatori di Mazara del Vallo, come Di Maio. Ma tornare a scuola, già che c’è, no?

  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"