Lara Comi (foto LaPresse)

Chiedere scusa a Lara “Comic”. (Nota sui bamboccioni)

Maurizio Crippa

“La prima volta a Bruxelles avevo 26 anni. Ero giovane e avevo bisogno di mia madre… è insegnante di italiano. Mi preparava i discorsi, seguiva la mia agenda", ha detto l'eurodeputata per difendersi dalle accuse di un'indagine dell’Ufficio antifrode dell’Ue

Il rubrichista, tradito dal suo essere petrarchista, doveva delle scuse a Lara Comi, che è una giovane ma non ignota europarlamentare del gruppo del Ppe, provenienza Forza Italia. Il petrarchista distratto l’aveva chiama Laura (“Erano i capei d’oro…”, ah, l’amour). Ieri però, al calembourista che è nascosto dentro a ogni petrarchista, sarebbe venuto di chiamarla Lara Comic. Ma sarebbe stato un altro errore, e soprattutto avrebbe condotto lontano dalla possibilità, magnifica, di capire qualcosa della nuova politica, o dei nuovi in politica. Lara Comi è finita avviluppata nelle follie esilaranti di un’indagine dell’Ufficio antifrode dell’Ue (si chiama Olaf), a proposito di presunti abusi nei rimborsi spese. Per aver, nel 2009, assunto la mamma come consulente parlamentare. Inezia, ma abbastanza per infangarla come fosse una qualsiasi euro-collega grillina, di quelle che si facevano preparare dossier copiati da Wikipedia e manco se ne accorgevano. Si è difesa, Lara, su Rep., raccontando la sua virginale verità: “La prima volta a Bruxelles avevo 26 anni. Ero giovane e avevo bisogno di mia madre… è insegnante di italiano. Mi preparava i discorsi, seguiva la mia agenda. Si è messa in aspettativa non retribuita per aiutarmi”. Ohibò, l’errore tecnico è stato del commercialista (la legge era cambiata). Ma questo profumo di bamboccioni, a 26 anni in Europa, che fa tanto comic, da dove promana?

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"