Foto Esther Vargas via Flickr

Tiziana Cantone, la Boschi, e l'indicibilità che è un'altra cosa

Maurizio Crippa
Ho letto Annalena: perfetta. Ho letto anche Maria Elena Boschi su Facebook: “Se l’è andata a cercare. In questa frase c’è la vergogna di secoli di violenze sulle donne”. Certe frasi della signora Boschi, così apodittiche e monodimensionali, hanno la capacità di convincermi ipso facto del contrario.

    Non ho “opinioni” sul caso di Tiziana Cantone, dovrebbe essere vietato. So due cose:

    1) Nella libertà illimitata di ognuno c’è anche quella di farsi video hot e di non doversi suicidare per questo.

    2) Qualcuno dovrebbe risponderne, ma non accadrà.



    Ho letto Annalena: perfetta. Ho letto anche Maria Elena Boschi su Facebook: “Se l’è andata a cercare. In questa frase c’è la vergogna di secoli di violenze sulle donne”. Certe frasi della signora Boschi, così apodittiche e monodimensionali, hanno la capacità di convincermi ipso facto del contrario. No. Non è solo questione di genere: non sono ragazzine quelle che hanno filmato un’amica in un bagno, e poi l’hanno messa su WhatsApp? Purtroppo è peggio. C'è la libertà assoluta di fare qualsiasi cosa, e c’è la libertà tecnologica assoluta di farne qualsiasi cosa. Poi però c’è una “progressiva erosione del margine di indicibilità” (Michele Serra). E “l’indicibilità” è quel punto (reale, non virtuale) che non corrisponde alla somma dei nostri corpi, della nostra psiche, delle nostre extension digitali. E’ il punto in cui la libertà cambia nome e diventa Libero Arbitrio. Nessuna possibilità di uno smartphone e nessuna doxa sociale dovrebbe impedirci di dire: questa libertà c’è, ma non la uso. Perché bisogna saperlo: quell’indicibilità, che sia corpo o sia psiche (etsi anima non daretur) quando va a sbattere, là fuori, contro quella cosa dura, e cattiva, che è la vita, si fa male. Maledettamente male.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"