La puzza di pesce marcio in cui s'è incartato Marino

Maurizio Crippa
Poi dice che quello è “un giovane caudillo”, “un maleducato di talento” che maltratta la libera stampa e non ha rispetto manco per i giornalistoni, neppure per quelli che sono stati direttoroni.

    Poi dice che quello è “un giovane caudillo”, “un maleducato di talento” che maltratta la libera stampa e non ha rispetto manco per i giornalistoni, neppure per quelli che sono stati direttoroni. Sarà che fare il sindaco è un lavoro peggio che stare in miniera, e dopo un po’ smoccolare contro i giornali ti viene naturale, almeno tanto quanto viene naturale ai romani farlo contro di lui, ogni volta che affondano in una buca per la strada. Però da un sindaco dem, da un sindaco trasparente e della società civile, ci si aspetterebbe un rapporto con i media di maggiore affabilità. Visto che quando piove già ti chiamano Sottomarino, e quando invece splende il sole l’Allegro chirurgo. E soprattutto se il tuo caro concittadino Francesco ti sta per gettare tra capo e collo un mezzo miliardo di pellegrini. Ieri, a una domandina impertinente su che ne pensasse del governo, che vorrebbe nominare il prefetto Gabrielli commissario al Giubileo al posto suo, Ignazio Marino ha sclerato: “Non leggo i giornali, li usiamo a casa per incartare il pesce e le uova”. E noi che pensavamo che nella carta di giornale ci avesse avvoltolato il bisturi, quando decise un po’ frettolosamente di abbandonare la brillante carriera medica. Ingenuo De Bortoli, pensava che quello che gli entrava nel naso dalla carta stampata fosse lo “stantio odore della massoneria”. Era puzza di pesce, invece. E da come funziona la differenziata a Roma, si direbbe che nel bidone di Marino sia diventato anche un po’ marcio.

    • Maurizio Crippa
    • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

      E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"