Le faccio le domande, non stia a rispondere. Metodo Milella

Maurizio Crippa

Forse non gliel’ha domandato proprio così, ti domandi speranzoso. Invece, sì: “Dice Di Pietro che se ci fosse stata quando era pm avrebbe passato più tempo a difendersi che a fare inchieste”. Forse non l’ha posta proprio così, rifletti mentre leggi, fiducioso.

Forse non gliel’ha domandato proprio così, ti domandi speranzoso. Invece, sì: “Dice Di Pietro che se ci fosse stata quando era pm avrebbe passato più tempo a difendersi che a fare inchieste”. Forse non l’ha posta proprio così, rifletti mentre leggi, fiducioso. Invece: “Tanti magistrati sostengono la stessa cosa, c’è una grande paura che da domani piovano ricorsi a raffica”. Non è che suggerisca: “Toghe famose parlano di chiara intimidazione, a risentirne sarebbero le indagini su mafia e corruzione. C’è pericolo?”. Con fiera indipendenza, non assume il punto di vista di nessuno in particolare, lo capisce bene che travisare fatti e prove sia un problema serio: “Per l’Anm di Milano, ‘il governo caccia le dita negli occhi dei magistrati”. Lei che pensa del ‘travisamento del fatto e delle prove’ come causa di ricorso?”. Non pone domande allarmiste: “Si rende conto che intanto i magistrati rischiano di dover lasciare i processi?”. Si fa sfiorare, cauta, da un dubbio. Garbatamente lo pone all’interlocutore: “Come mai il centrodestra, il giorno dopo, è entusiasta?”. Non tralascia la domanda di storia italiana, sezione “referendum che non ci sono stati”: “La legge era necessaria?”. Infine il quizzone: “Perché si approva la responsabilità, mentre è braccio di ferro sul falso in bilancio?”. Le interviste di Liana Milella, a scuola, le chiamano test a risposta bloccata. In Corea del nord, non lo so. Comunque: come doveva rispondere, il vice del Csm Giovanni Legnini? Potendo scegliere, si è arreso.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"