Lo scoop collettivo e l'editore dalla schiena dritta

Maurizio Crippa

La direzione è “orgogliosa”. E fermamente condanna “l’intrusione nel contenuto editoriale”.

La direzione è “orgogliosa”. E fermamente condanna “l’intrusione nel contenuto editoriale”. Mica siamo nel paese degli editti bulgari, del conflitto d’interessi come aspettativa di vita. Che poi, per fare un lavoretto così, c’eravamo messi in tanti, mica soltanto i nostri. Sessanta testate diverse eravamo, ché in gioco c’è la libertà di stampa, forse la democrazia economica tutta intera. Orgogliosi, la parola giusta. Specchio dei desideri di ogni schiena dritta. E ce ne fossero, giornali con la schiena dritta, fino alla sciatica. Di quelli che incassano la velina, spulciano l’elenco, copia-incollano il dossier e non ci pensano due volte. No. Anzi pensano a coordinarsi per l’uscita collettiva, ché il giornalista, si sa, è collettivo. Ce ne fossero anche da noi (anzi, qualcuno ce n’è). C’è forse, di diverso, qui da noi, che non mancano i direttori coraggiosi. E i giornalisti. Mancano gli editori. Tipo quel signore molto ricco e agée, invecchiato come un buon cognac da lunghi anni tra le cose belle, che a un certo punto ha sbottato: “Non è per questo che sono venuto in soccorso del Monde, che ho permesso ai giornalisti di essere indipendenti”. Pierre Bergé parlava dell’ultimo colpo del suo giornale, la lista della spesa di Falciani, che da titolazione diventa lo scandalo SwissLeaks: “Il ruolo di un quotidiano è quello di gettare in pasto il nome delle persone? Questa è delazione, è populismo, fatto per assecondare gli istinti peggiori. Sono dei metodi riprovevoli”. Follow the money, già.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"