Equanimità di GdL

Maurizio Crippa

Per dovere di equanimità, va detto che la colpa forse non è di Ernesto Galli della Loggia

Per dovere di equanimità, va detto che la colpa forse non è di Ernesto Galli della Loggia, ma dei titolisti del Corriere. Ogni volta che scrive, gli mettono un “cattolici” nel titolo (“Liberali e cattolici”, ieri). Cattolici in politica non ce n’è più, l’ultimo l’hanno delocalizzato al Quirinale, liberali non so. Ma loro, titolano. Per dovere di equanimità, va detto che Galli della Loggia affrontava un tema più ampio, d’insieme, e dei cattolici quasi non parla: solo alla fine, un po’, a proposito del patto sui valori stipulato in ère defunte con il Cav. Parlava, Galli della Loggia, di cose più profonde e forse irrisolvibili persino oggi, a Nazareno irresuscitabile. Com’è che in vent’anni la sinistra, si chiede, ha saputo fare politiche di sinistra ma anche di destra? E la destra invece, quando governa, non sa farne né di destra né di sinistra, cosicché parte sempre svantaggiata, pur essendo maggioranza nel paese? Gran bel tema, soprattutto non se l’era mai posto nessuno. Per dovere di equanimità, va detto che Galli della Loggia, che è equanime per definizione, distribuisce le colpe con saggia bilancia. Un po’ più a destra, vabbè, ma cum grano salis. Per dovere di equanimità, bisognerebbe dire che non è nemmeno colpa sua, né dei titolisti. Forse è il Corriere della Sera in sé che, in questi frangenti, non sa più da che parte spararla. E se ne resta, come dire, equanime.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"