Il burqa di carne e il card. Hannibal the Cannibal Ravasi

Maurizio Crippa

Stefano Pistolini a parte, non è che ce lo ricordiamo in tanti

Stefano Pistolini a parte, non è che ce lo ricordiamo in tanti, quando John Lennon ormai sotto le malìe di Yoko Ono cantava “Woman is the nigger of the world”, la donna è il negro del mondo, noi le facciamo dipingere il viso e la facciamo ballare. Altri tempi, altri eccessi. Ma “la chirurgia estetica è come un burqa di carne”, scritto nel documento di un’assemblea vaticana sulle culture femminili, #LifeofWomen (maledetto sia l’hashtag messo in chiesa: ha un qualcosa di luciferino), beh, suona  un po’ come se il cardinal Ravasi facesse una conferenza stampa sdraiato su un lettone. Forse il concetto, certo in controtendenza sulle mode, non è poi così sbagliato, si può dibattere. Ma anche a prescindere dal casus della testimonial prescelta Nancy Brilli, la quale è pure compagna di un chirurgo estetico, che si è indignata con il testo e con il buon biblista pacioccone; anche tralasciando che si sono incazzati sia i catto-con sia i catto-prog, per i quali forse il Pontificio consiglio della cultura avrebbe dovuto rivolgersi a Vladimir Luxuria. Al netto di questo (e ci guardiamo come da un anatema di entrare nel merito), l’impressione è che il sant’uomo alle prese con il “burqa di carne” finisca fuori parte, come un Hannibal the Cannibal tra i vestitini di carne. Terreno non proprio suo, e neanche tanto utile alla causa callejera. O come diceva Michael J. Fox dopo aver strapazzato la Gibson: “Ehm… forse non siete ancora pronti per questo… Ma ai vostri figli piacerà”. Sì, magari. Però aspettiamo almeno il Sinodo sulla famiglia.

Di più su questi argomenti:
  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"