Luciano Spalletti e Rino Gattuso (foto LaPresse)

Tra Milano e Verona, ci rivedremo all'inferno

Maurizio Crippa

I divergenti e paralleli inferni cinesi di Milan e Inter

Ci rivedremo all’inferno. E’ un vecchio film di guerra con Lee Marvin e Roger Moore, che il ministro della Difesa Lucianone Spalletti ricorda senz’altro, almeno per motivi di anagrafe. Forse lì per lì non gli è tornato in mente, ghiacciato come uno stock-fish sul prato di San Siro, gelo come ai bei tempi di San Pietroburgo. Gelato dalle tre grappette ghiacciate rifilate ai suoi ragazzi – visibilmente ubriachi già prima di iniziare a bere – dai bianconeri venuti dal Friuli. Un-due-tre, una partita che manco i Monty Python e manco San Maurito ha potuto salvare. Così si è ritrovato all’inferno, e “non eravamo più abituati”. E anche: “Ce la siamo andata a cercare”. Abituarsi, purtroppamente, farà in fretta, il ministro della Difesa. Però Ci rivedremo all’inferno deve essergli tornato in mente, regalandogli un po’ di diabolico calore, il giorno dopo. Quando la fatale Hellas ne ha rifilati tre ai Cugini Cacciaviti, e ci ha ridato un po’ di senso delle proporzioni. Divergenti e paralleli inferni cinesi. Fatto sta che i Cacciaviti sono finiti pure in castigo: niente cena di Natale, annullata, e tutti in ritiro. Invece, ieri sera, gli zuzzurelloni nerazzurri hanno festeggiato sì. Ma festeggiato che cosa, non si sa. Sun Tzu Spalletti ha chiesto di mettere mano al portafogli, compratemi qualcuno che sappia giocare al pallone. Ma The Young Zhang ha subito risposto: soldi non ce ne sono. E il ds per mancanza di alibi Ausilio, mentendo più della Boschi quando parla di banche, ha tradotto, direttamente in cinese: “Difficile trovare a gennaio giocatori più forti dei nostri”. Ma il labiale lo ha tradito. In realtà aveva detto: “Difficile vendere a qualcuno quel brocco di Brozo”.

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  • Maurizio Crippa
  • "Maurizio Crippa, vicedirettore, è nato a Milano un 27 febbraio di rondini e primavera. Era il 1961. E’ cresciuto a Monza, la sua Heimat, ma da più di vent’anni è un orgoglioso milanese metropolitano. Ha fatto il liceo classico e si è laureato in Storia del cinema, il suo primo amore. Poi ci sono gli amori di una vita: l’Inter, la montagna, Jannacci e Neil Young. Lavora nella redazione di Milano e si occupa un po’ di tutto: di politica, quando può di cultura, quando vuole di chiesa. E’ felice di avere due grandi Papi, Francesco e Benedetto. Non ha scritto libri (“perché scrivere brutti libri nuovi quando ci sono ancora tanti libri vecchi belli da leggere?”, gli ha insegnato Sandro Fusina). Insegue da tempo il sogno di saper usare i social media, ma poi grazie a Dio si ravvede.

    E’ responsabile della pagina settimanale del Foglio GranMilano, scrive ogni giorno Contro Mastro Ciliegia sulla prima pagina. Ha una moglie, Emilia, e due figli, Giovanni e Francesco, che non sono più bambini"