Ansa
Ci salva Checco
Ci pensa la comicità di Zalone a risollevare i magri incassi ai botteghini. E quante risate
Il giorno di Natale “Buen Camino” esce in mille copie. Tolte la politica, la cultura e la guerra dei sessi, al comico resta davvero poco per scatenarsi. L'attore pugliese e Gennaro Nunziante escono brillantemente dall'impasse scegliendo come protagonisti del film un padre e una figlia
Checco Zalone a reti unificate Mediaset. E sui giornali, interviste e recensioni con la riverenza dovuta a chi potrebbe salvare il cinema italiano in una stagione (anche più d’una) che ha visto gli incassi diminuire. Fa piacere per Checco Zalone, che nel frattempo ha ripreso a lavorare con il suo autore storico Gennaro Nunziante: avevano cominciato insieme a Telenorba, rete televisiva made in Puglia, a metà degli ormai lontani anni Zero, per approdare al cinema con “Cado dalle nubi”, nel 2009.
Fa doppiamente piacere: alla proiezione per la stampa del suo primo film eravamo gli unici a ridere, quando nella canzonetta “Angela” faceva rima con “Losangela”. Da allora non abbiamo perso una sola zalonata, gli amici possono testimoniare il nostro proselitismo (non sempre coronato dal successo, dobbiamo confessare). Il giorno di Natale “Buen Camino” esce in 1.000 copie, lanciato dal minutino promozionale “La prostata enflamada”. Da ragazze di altri tempi, siamo state educate a non discorrere in pubblico né di menopausa né di prostata. Ma la comicità deve pur dissacrare qualcosa. Tolta la politica, che si dissacra da sola; tolta la cultura che non viene più praticata da nessuno; tolta la guerra dei sessi che si è moltiplicata in accrocchi di lettere che a decifrarli ci vuole il manuale, e la comicità se non è immediata non è, al comico resta davvero poco per scatenarsi.
Checco Zalone e Gennaro Nunziante escono brillantemente dall’impasse scegliendo come protagonisti del film un padre e una figlia. Coppia più originale del genitore con figlio maschio, e conseguente scambio di battute pesanti. Quanto alle regole di vita truffaldina, come “l’educazione sentimentale” impartita da Ugo Tognazzi al rampollo ragazzino, nell’episodio dei “Mostri” by Dino Risi, ormai sono patrimonio di tutti. Basta il livello dei dibattiti sui social. E il senso civico che nessuno sa neanche più cosa sia.
“Buen Camino”, girato nella lontana Spagna dove l’italiano vero Checco dice che si mangia male, segue padre e figlia sul cammino di Santiago, classica meta di pellegrinaggio, purificazione, bagno di umiltà, e ormai destinazione turistica percorsa l’anno scorso da 500 mila pellegrini. Vacanza alternativa a portata di mano, un sito consiglia l’allenamento e come riempire lo zaino. Lo intraprende la figlia Cristal, chiamata così per via dello champagne. Nel film, Zalone è miliardario, ha in casa solo quadri e statue che lo ritraggono. I soldi li ha fatti il genitore con i divani, e ora per troppo lavoro giace in ospedale.
Il ritmo è più da cinema che da stand up (ecco perché Zalone dichiara di temere i tiktoker e la loro limitata capacità di attenzione). L’ex moglie, e madre della fanciulla, ora sta con un palestinese, “l’unico riuscito a occupare una casa”. I letti dell’ostello sono paragonati a “Schindler’s List” da uno che in casa aveva domestici a decine, e per il compleanno meditava una festa con una gigantesca piramide a bordo piscina. Dettaglio: la figlia Cristal ha lasciato i social, cosa se ne fa dei video che registra?