Screenshot del trailer "After the Hunt" dell'account YouTube di Amazon prime video

Il mercato si restringe

I magri incassi nei cinema, tra Netflix e produzioni autoreferenziali

Mariarosa Mancuso

Da "After the Hunt" a "Die, My Love", in America i titoli usciti a ottobre nelle sale cinematografiche hanno incassato 445 milioni in totale. La cifra più bassa tra quelle mai registrate (escluso il 2020 della pandemia). Piattaforme e registi si sono dimenticati degli spettatori

Gli incassi di ottobre nei cinema americani sono il segnale che non tutto funziona come dovrebbe. Un primo segnale sono i molti film che erano alla Mostra di Venezia e ora si possono vedere comodamente dal divano di casa. A cominciare da “Frankenstein” di Guillermo del Toro (che pure avrebbe meritato lo schermo gigante per la sua Creatura). Vale lo stesso per il film di Kathryn Bigelow “A House of Dynamite”: visto al cinema, da cima fondo senza distrarsi, avrebbe evitato l’effetto “ma perché prima mancavano 5 minuti e ora ne mancano venti?” (vediamo gli stessi venti minuti da tre diversi punti di vista, mentre un disastroso missile punta su Chicago).

 

Altri casi clamorosi: “Die, My Love” di Lynne Ramsay con Jennifer Lawrence e Robert Pattinson, è stato comprato da Mubi per 24 milioni di dollari, e finora negli Stati Uniti ne ha incassati 2,8 (è nelle sale italiane dal 27 novembre). “After the Hunt” di Luca Guadagnino, con Julia Roberts e Andrew Garfield, dopo un mese nei cinema americani ha incassato 3 milioni circa. Il botteghino italiano ne ha aggiunto 1,6. Non abbastanza per i 20 milioni serviti a scritturare l’attrice. Il mercato si è ristretto. Negli Stati Uniti e in Canada (sul New York Times i dati sono aggregati) i titoli usciti a ottobre nelle sale cinematografiche hanno incassato 445 milioni in totale. La cifra più bassa tra quelle mai registrate, escluso il 2020 della pandemia e considerata l’inflazione. Per confronto, nell’ottobre 2019 l’incasso complessivo aveva raggiunto il miliardo di dollari.

 

“Il mercato sta crollando”, insiste su Variety Owen Gleiberman, in un articolo che registra i pessimi risultati conseguiti dai “prestige film”. Titoli celebrati dai critici, con attori famosi, che incassano molto meno delle attese, e di quanto era lecito aspettarsi fino a qualche anno fa. Scrive “i 20 sono i nuovi 50”, intesi come milioni di dollari che erano finora la cifra del successo. “Anora”, per esempio, il film di Sean Baker vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 2024: cinque premi Oscar (su sei candidature) non sono bastati per superare i 20 milioni. L’unico film indipendente a funzionare al botteghino 2025 è stato “Una battaglia dopo l’altra” di Paul Thomas Anderson, con Leonardo DiCaprio e Sean Penn: 70 milioni di incassi negli Stati Uniti. Sarebbe troppo facile dire che era riuscito meglio degli altri titoli che prima abbiamo citato. Sicuramente era più attuale, oltre che più spettacolare e trascinante, degli altri titoli che abbiamo citato, e che verranno. “The Smashing Machine”, per esempio, nelle sale italiane dal 19 novembre: un bel film di Benny Safdie, con Emily Blunt e l’ex wrestler Dwayne “the rock” Johnson sull’ascesa e la caduta di Mark Kerr, lottatore di MMA (arti marziali miste).

 

Ha più chance, scrive sempre Owen Gleiberman, “Marty Supreme”, diretto dal fratello Josh Safdie con Timothée Chalamet. Già se ne dicono meraviglie, l’attore che fu Bob Dylan nel più memorabile biopic musicale recente, e fu un tenero cannibale nel film di Luca Guadagnino “Bones and All”, è qui un giocatore di tennis da tavolo, anni 50 del secolo scorso. Facciamo prima a dire ping pong. Anzi, “existential ping-pong thriller” come leggiamo su Variety. Tra i colpevoli c’è naturalmente Netflix, che usa i cinema come trampolino per gli Oscar: 17 giorni nelle sale americane sono pochi per far scattare il passaparola. I film indie ormai passano dai festival direttamente, o quasi, alle piattaforme (per esempio “The Mastermind” di Kelly Reichardt). Piattaforme e registi hanno dimenticato gli spettatori: chi i film li guarda per passare una bella serata. Hollywood lo faceva. Pure la New Hollywood negli anni Settanta. E Quentin Tarantino negli anni Novanta.

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