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al cinema
Barbe vere e panorami a effetto. Ecco l'Odissea firmata Christopher Nolan
Un cast di tutto rispetto, zero blue screen e riprese sparse fra Scozia, Grecia, Italia. Islanda e Marocco. Il grande regista è pronto a tornare sul grande schermo con la sua versione del poema omerico
Grandi registi per grandi storie. Incontrate la prima volta a un’età impressionabile (diceva Miss Brodie, in un romanzo di Muriel Spark: “Datemi una fanciulla a un’età impressionabile e sarà mia per sempre”). Guillermo del Toro era ragazzino quando fu folgorato dalla Creatura di Frankenstein incontrata nel romanzo di Mary Shelley – ne è uscito un film incantevole, molti anni dopo. Christopher Nolan vide una recita scolastica con Ulisse protagonista quando di anni ne aveva quasi sei. Ne rimase folgorato, e ora snocciola all’inviato di Empire che lo intervista in esclusiva le piccole odissee già messe in scena nei suoi film precedenti.
In “Batman Begins” (con Christian Bale), Bruce Wayne (Batman in borghese) torna a Gotham City travestito. Lo strepitoso “Inception” e il meno riuscito “Interstellar” raccontano due uomini che cercano di tornare a casa. Le barche sotto assedio in “Dunkirk”? Sempre Omero, che si è appropriato di tutte le scene e i temi interessanti perché è arrivato su piazza prima degli altri. “Oppenheimer” si apriva con una citazione di Prometeo, l’uomo che rubò il fuoco agli dèi.
Dettagli importanti, in una marcia di avvicinamento. Mai quanto la proposta di portare sullo schermo il poema omerico gemello e guerriero: “Iliade” che racconta gli ultimi mesi di una guerra durata un decennio e (finalmente) la conquista di Troia. Con l’astuta mossa di Ulisse, per i greci Odisseo: fece costruire un cavallo di legno, lo riempì di guerrieri armati, e lo introdusse nella fortezza nemica come un pacco dono.
Lo sceneggiatore di “Troy” era David Benioff. Accusato di leso capolavoro – il film fu poi diretto da Wolfgang Petersen – rispondeva: “Io a Omero e alla sua Odissea non ho fatto nulla, è tutto ancora nel libro come lui – o chi si faceva passare per lui – l’ha scritto. Ho solo raccontato la storia a modo mio”. In letteratura non si fa altro, da secoli. Allo strepitoso Benioff dobbiamo la serie “Game of Thrones”, pure questa ricavata da romanzi altrui firmati George Martin.
Christopher Nolan non sembra avere – la prova definitiva l’avremo guardando la sua “Odissea”, al cinema il 17 luglio prossimo – lo stesso atteggiamento disinvolto. Iconoclasta, per tenerci all’altezza di Omero e della sua fama che dura da qualche centinaio anni prima di Cristo. Il cast è di tutto rispetto: Matt Damon sarà Ulisse, e per questo ha dovuto farsi crescere una lunga barba – Christopher Nolan non vuol sentir parlare di barbe finte, guai! Zendaya sarà la dea Atena che protegge l’eroe (e qui non ha l’incarnato di una english rose dalla pelle trasparente, siamo pur sempre in Grecia, e anni fa uscì un saggio intitolato “Atena nera”).
Il mese scorso Nick De Semlyen, caporedattore di Empire è andato a trovare il regista nella casa di produzione Syncopy, fondata assieme alla moglie produttrice Emma Thomas. Il trailer è online da parecchi mesi, ma sono spezzoni brevissimi – più che altro troviamo gente che chiacchiera sulle immagini di “Troy” con Brad Pitt. Le fotografie sulla rivista mostrano un esercito piuttosto “nordico”, a giudicare da elmi e gonnelle: nemici da combattere in qualche foresta del nord. Le riprese hanno toccato la Scozia, oltre alla Grecia, l’Italia, l’Islanda e il Marocco. Guai anche ai blue screen, vietatissimi! Ci sono i panorami veri, fanno anche miglior effetto. E sui monti ci si arrampica davvero.
Robert Pattinson è Antinoo, uno dei corteggiatori che insidiano la virtù di Penelope (l’attrice Anne Hathaway). Tom Holland, dopo la tuta rossa e blu che scoloriva in “Spider Man” qui è Telemaco che attende il ritorno del genitore vagabondo.
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