
Getty
POP CORN
Luca Guadagnino non stop
Il regista continua a lavorare instancabilmente tra progetti cancellati e nuovi film. Dopo Challengers e After the Hunt, prepara Artificial, storia d’amore nell’era dell’IA ispirata al caso Altman, con Andrew Garfield e Monica Barbaro. Intanto il suo Queer, tratto da Burroughs, non ha avuto il successo sperato, vittima di pregiudizi e disinteresse
Infaticabile Luca Guadagnino. “Queer” è uscito senza il successo che meritava – lo spettatore italiano a sentire love story tra maschi pensa a un film di nicchia, non a un capolavoro della letteratura americana. Il romanzo di William Burroughs uscì negli anni 50 del Novecento: prima erano censura e perbenismo, ora disinteresse e scarsa curiosità; pochi apprezzano i cieli di Città del Messico con “quella speciale sfumatura d’azzurro che si intona tanto bene con gli avvoltoi volteggianti”. Tra i progetti, ci sarebbe una versione contemporanea di “American Psycho”, accantonata. Cancellato “Sgt. Rock” con Colin Farrell – pare che il progetto vada avanti senza Guadagnino, l’incursione del regista nel mondo dei supereroi è almeno rimandata. Spunta un progetto in fase già avanzata, per Amazon MGM Studios. Sarebbe il terzo, per la ditta, dopo “Challengers” e “After the Hunt”, in uscita al cinema il 10 ottobre, con Julia Roberts e Michael Stuhlbarg.
“Artificial” è una storia d’amore nel mondo dell’intelligenza artificiale. Alla sceneggiatura, Simon Rich: nel 2015 ha prodotto e sceneggiato la serie tv “Man Seeking Woman” (dal suo romanzo “The Last Girlfriend on Earth”, uscito due anni prima). Gli attori saranno Monica Barbaro, che era Joan Baez accanto a Bob Dylan-Timothée Chalamet nel duetto avvelenato, due chitarre e tanto odio, nel film “A Complete Unknown” di James Mangold. Al suo fianco Andrew Garfield – molto spettegolato come suo fidanzato tenuto segreto per mesi – e forse Yura Borisov di “Anora”. “Artifical” racconta – sembra intrecciato con una storia d’amore – il momento in cui OpenAI licenziò Sam Altman, uno dei suoi fondatori e primo amministratore delegato. Neanche una settimana dopo il giovanotto – nato nel 1995, nel 2023 era tra le 100 persone più influenti, secondo Time – torna vincitore, sempre come amministratore delegato. Viene in mente Mark Zuckerberg, con i suoi biglietti da visita “I’m CEO, Bitch” (aveva 22 anni, sembrava il ragazzino delle consegne, pure Sam Altman non scherza, quanto a babyface).
“Ci saranno romanticismo, dramma, e AI ai massimi livelli”, ha detto Monica Barbaro al lancio della serie Netflix Fubar – che intanto ha totalizzato 12 milioni di spettatori. I dettagli rimangono segreti, ma nelle intenzioni non è il solito film con le celebrità alle prese con la tecnologia. Le questioni in gioco hanno a che fare con le care vecchie cose del mondo – diciamo così – non virtuale. Il potere, la personalità di ognuno, la fiducia, mentre esistono i deepfake e circolano sui social. Va detto che la gente è credulona, basta poco. Anni fa, Steven Spielberg – seduto sulla carcassa di uno dei suoi dinosauri di gomma e ingranaggi – è stato preso a male parole dagli animalisti.
