Papà scatenato

Mariarosa Mancuso

La recensione del film di Laura Terruso, con Robert De Niro, Sebastian Maniscalco, Leslie Bibb, Kim Cattrall

Robert De Niro oltre al mutuo da pagare dal maggio scorso ha anche un figlio piccolo da mantenere (già ne aveva sei da donne diverse, tra cui un paio di madri surrogate, e qualche nipote). “La famiglia è tutto”, ribadisce al figliolo in “Papà scatenato” di Laura Terruso, già regista di un episodio dell’originale e scanzonata serie “Dickinson” (parliamo di poetessa venerata come un santino). Il genitore insopportabile è la sua specialità, da “Ti presento i miei” agli altri capitoli della saga famigliare con Ben Stiller. Qui declinato in chiave italo-americana. Sebastian vuole fare la proposta di matrimonio alla fidanzata, bionda e wasp, nel fine settimana del 4 luglio. Non volendo lasciare solo a casa il padre Salvo – appunto De Niro – lo porta con sé. Cercando come prima lezione di insegnargli a non gesticolare troppo. Impresa impossibile: papà Salvo si stupisce per i baci e gli abbracci della famiglia americana – ribatte il figlio: “Non come te che quando sono nato mi hai dato la mano” / “per me eri uno sconosciuto”. “Invece dei gatti hanno i pavoni…” commenta Salvo. Troverà il modo di farne buon uso, proponendo una cena italiana cucinata da lui. Molto apprezzata, spaghetti con pollo. Intanto dal secchio della spazzatura spuntano le penne del pavone. Tipico film estivo, giovedì scorso ha incassato 17 mila euro (pari a quasi tremila spettatori). “Barbie” superava i 14 milioni. E la riedizione di Miyazaki, “Il castello nel cielo”, portava a casa 21 mila euro.

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