Piccola cineteca fogliante, grazie alla Cineteca di Milano

Giovanni Battistuzzi

Dalle comiche di Cretinetti, all’horror che sfocia nel fantastico de “Il Caso Valdemar”. Abbiamo selezionato dall'archivio della cineteca qualche perla dimenticata

Quando si trovò a casa, impossibilitato a uscire per via di una “cosa che ho trascurato per troppo tempo”, Miloš Forman inizialmente non si diede pace. Aveva appuntamenti che credeva inderogabili, aveva “una vita là fuori che percepivo necessaria come l’aria”. Casa sua l’aveva sempre vissuta poco, gli sembrò una carcerazione. Ci vollero giorni a fargli accettare l’idea che era meglio prendersi una pausa da tutto, accettare e rispettare i consigli dei dottori. Fu così che chiamò un caro amico e si fece portare proiettore e pellicole. Si accorse improvvisamente di avere tempo di fare ciò che avrebbe voluto da un po’, ma che aveva sempre rimandato. Le pellicole venivano da una piccola cineteca di Los Angeles ed erano tutte risalenti agli albori del cinema. Film muti, classici che aveva studiato, visto a spezzoni, di cui aveva sentito parlare. Fu un’immersione “in un cinema che conosciamo per sentito dire, ma che a volte, con la giusta calma, più che interpretato o analizzato, va visto”, scrisse all’amico, nonché suo direttore della fotografia, Miroslav Ondříček. “E non va visto per intellettualismo, ma perché è importante capire cos’eravamo, da che mondo proveniamo, qual era il nostro immaginario”. Anche da queste visioni nacque Ragtime, il film che diresse e presentò nel 1981, tratto dal romanzo di E.L. Doctorow, incentrato sui conflitti sociali e razziali nella New York del primo Novecento. Oggi che le nostre case ci costringono alla presenza potrebbe essere un’occasione per riscoprire il cinema di cui abbiamo sentito parlare, ma che non abbiamo mai visto. E le ragioni sono le stesse che esposte il cineasta ceco: “Non per intellettualismo, ma perché è importante capire cos’eravamo, da che mondo proveniamo, qual era il nostro immaginario”.

  

Grazie al supporto della Cineteca di Milano, che ha digitalizzato e messo online (lo streaming è gratuito, basta registrarsi) gran parte del suo archivio storico, abbiamo selezionato qualche film di un passato in bianco e nero, nel quale le parole erano scritte e non recitate e il cinema e il corpo in video era ancora una (mezza) novità. Sono pellicole che provengono dagli albori di un’epoca che stiamo continuando a vivere, che raccontano com’eravamo, senza la pretesa della melanconia o della nostalgia. Si parte dalle comiche di Cretinetti e si arriva all’horror che sfocia nel fantastico de “Il Caso Valdemar” diretto da Ubaldo Magnaghi e Ulrico Hoepli. Un viaggio che raggiunge anche l’America per vedere come Hollywood parlò per la prima volta di se stesso, e la Francia alle prese con le censure del Dopoguerra. Una piccola escursione in un piccolo mondo antico, ben comodi sul divano, che potete trovare qui.

 

 

 

 

 

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