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L'unica soluzione

Come può salvarsi un patriota della tavola dall'invasione degli ultracibi

Camillo Langone

Quando gli italiani erano compattamente cristiani e di buon appetito risultava facile, tutto andava bene a tutti. Ora che siamo pieni di vegani, maomettani, astemi, allergici, intolleranti, schizzinosi e scemi, come fanno le povere padrone di casa? Per salvare patriottismo e amicizie non resta che starsene a casa

Il Natale è famigliare e dunque un menù fisso, il Capodanno è amicale e pertanto un menù alla carta. Questo in teoria. In pratica anche sulla tavola di San Silvestro tocca subire imposizioni: a me basta il sospetto di dover ingurgitare salmone per declinare un invito. L’intransigenza mi rende perfetto e solitario, ma gli altri come fanno a Capodanno? Quando gli italiani erano compattamente cristiani e di buon appetito risultava facile, qualcuno si ricorderà del tempo felice in cui, ai veglioni, tutto andava bene a tutti. Anche perché il primo pensiero erano le ragazze, e pure il secondo e il terzo, il cibo non meritava spazio mentale, bastava che abbondasse e riempisse lo stomaco. Del vino, poi, contava soltanto la gradazione. Ora che siamo pieni di vegani, maomettani, astemi, allergici, intolleranti, schizzinosi e scemi, come fanno le povere padrone di casa? E i miseri ristoratori? Come si muovono nella giungla di regole e capricci? Non li invidio proprio.

 

Il tradizionalista tiene alle lenticchie con lo zampone, salume che oggi ha un mucchio di nemici. Un reazionario potrebbe perfino voler riesumare l’anguilla, il leggendario capitone, e susciterebbe rivolte fra i commensali. Con cibi dozzinali come salmone e panettone si rischia meno, ovvio, ma tranquilli non si può stare mai. Magari spunta il conoscitore della differenza sostanziale fra salmone allevato e salmone selvaggio (un salmone che eccezionalmente potrei mangiare perfino io, in assenza di salmerino), o il lodatore del panettone artigianale, colui che senza lievito madre non sa stare. La madre dei panettoni è sempre incinta, adesso ha partorito il canettone. Non conosco nessun pangiallo, panforte, pandolce, pan speziale, panpepato per animali domestici, guarda caso soltanto il panettone è diventato cibo per cani, qualcosa vorrà dire.

 

Durante il cenone, come si regola un vero uomo se gli servono “mezzelune ai semi di papavero e noci” (ricetta consigliata dalla Funny Veg Academy)? Fa buon viso a effeminato gioco? E un patriota come reagisce al foie gras con passion fruit, al ceviche con lime, al sushi con alga nori? A me basta leggere curry, miso, wasabi per intonare la Canzone del Piave: Non passa lo straniero! Ci sono interi menù che per la cucina italiana sono una Caporetto, altro che Unesco. Penso all’Ineo Restaurant, stellato di piazza Esedra a Roma, e ai suoi “raviolini di muhammara e frutti di mare con baharat dello chef”. Lollobrigida come può sopportare tanto disfattismo? Io non riesco e mi basta provare a pronunciarlo, un piatto del genere, per cominciare a soffrire di allucinazioni acustiche. Che cosa sento? Sento le grida del muezzin. Lo champagne invece non è un’allucinazione, è la realtà di ogni stramaledetto Capodanno. Per il patriota succitato il rischio che a mezzanotte gli amici stappino insultanti bottiglie transalpine è altissimo. Magari hanno votato Fratelli d’Italia ma sono Succubi di Francia, hanno votato a destra solo per saltare sul carro del vincitore siccome appena possono si comprano il Dom Perignon mentre le mogli smaniano per le Louis Vuitton… Per salvare patriottismo e amicizie non resta che starsene a casa, a bere Moscato di Trani Spumante. E’ quello che mi riprometto di fare io.

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  • Camillo Langone
  • Vive tra Parma e Trani. Scrive sui giornali e pubblica libri: l'ultimo è "La ragazza immortale" (La nave di Teseo).