il ritratto

Celibato facoltativo, misticismo e diaconesse. Chi è il nuovo arcivescovo di Vienna

Dopo un'attesa di quasi dieci mesi, il Papa ha nominanto il successore di Schönborn: è il suo ex segretario, Josef Grünwidl

Matteo Matzuzzi

Uomo riservato, ritiene che la risposta alla crisi della fede (e della Chiesa) sia da cercare nel misticismo spirituale più che in un “superficiale cristianesimo culturale”. Non era tra i favoriti, la ricerca di una personalità adatta è stata complessa, nell'Austria dove il cattolicesimo è minoranza

Dopo un’attesa di dieci mesi, è stato nominato il nuovo arcivescovo di Vienna. Si tratta del sessantaduenne Josef Grünwidl, che dallo scorso gennaio è amministratore apostolico dopo la rinuncia dell’ottantenne Christoph Schönborn, che governava la diocesi austriaca da un trentennio. Da più parti s’attendeva di conoscere il nome del successore nel tentativo di capire l’orientamento di Papa Leone XIV nella scelta dei vescovi a capo delle grandi sedi europee. Appena il nome di Grünwidl ha iniziato a circolare, è partita la consueta caccia alla dichiarazione per etichettare il nuovo vescovo e subito si è palesata la scontata divisione tra favorevoli e contrari: i temi del contendere sono sempre gli stessi: ruolo delle donne nella Chiesa e celibato sacerdotale. Sulle due tematiche, mons. Grünwidl è favorevole a rivedere le norme sul celibato obbligatorio dei presbiteri – “è uno stile di vita scelto consapevolmente, ma non una questione di fede” – ed è aperto al diaconato femminile. Uomo riservato che fino a pochi mesi fa dichiarava in ogni intervento di non voler fare l’arcivescovo, in passato è stato segretario personale di Schönborn, che l’ha poi nominato vicario episcopale.  La risposta alla crisi della fede (e della Chiesa) è per il neoeletto da cercare nel misticismo spirituale più che in un “superficiale cristianesimo culturale”: se l’appartenenza alla Chiesa diviene sempre più consapevole e meno routinaria, allora è necessario insistere su “preghiera regolare”, lettura delle Scritture ed eucaristia. A Vienna il problema è molto sentito: un tempo cattolicissima, oggi i cattolici sono poco più del trenta per cento della popolazione. Secondo fonti romane e locali, l’attesa è stata determinata dalla difficoltà a trovare personalità valide per la sede viennese, dopo il rifiuto del candidato naturale, l’arcivescovo di Salisburgo Franz Lackner, quasi settantenne. In lizza c’era anche il vescovo di Innsbruck, mons. Hermann Glettler, che anni fa presentò così un’innovazione artistica diocesana basata su una statua lignea di Cristo: “Al crocifisso abbiamo staccato le braccia, saranno le lancette che permetteranno di segnare le ore e i minuti”. Resterà in Tirolo. 

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