(foto EPA)

editoriali

Kirill manda una colomba al Papa

Redazione

Sabato in Vaticano udienza al metropolita Antonij. Segnali di disgelo

Sabato prossimo, il Papa riceverà in Vaticano il metropolita di Vokokolamsk Antonij, presidente del dipartimento per le Relazioni ecclesiastiche esterne del Patriarcato di Mosca. Antonij si era recato a Roma lo scorso aprile, quale rappresentante di Kirill ai funerali di Papa Francesco. Si tratta di un appuntamento importante. Le idee di Robert Francis Prevost sulla guerra russo-ucraina sono note, da cardinale aveva definito l’azione ordinata dal Cremlino “una autentica invasione imperialista” che comporta “crimini contro l’umanità”. Appena eletto Pontefice, ha incontrato il capo della Chiesa greco-cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk, manifestandogli anche in altre occasioni vicinanza e attenzione. Da ultimo, durante il soggiorno a Castel Gandolfo, ha ricevuto il presidente Volodymyr Zelensky.

 

Unico dignitario straniero ricevuto nella quiete dei Castelli. Nel corso della telefonata avuta con Vladimir Putin all’inizio di giugno, del resto, Leone XIV aveva chiesto alla Russia “un gesto che favorisca la pace”. Ora l’azione si sposta sul piano per così dire spirituale, cercando uno spazio di mediazione attraverso il Patriarcato moscovita. Un’intesa fra Chiese, dunque. Disegno ambizioso ma realisticamente complicato da attuarsi. Dialogare con Kirill affinché possa incidere sulle decisioni del Cremlino appare infatti un’impresa improba, stante l’appiattimento totale del Patriarca sui desiderata di Putin, al punto da benedirne “l’operazione speciale” scatenata tre anni fa contro l’Ucraina. Il fatto però che Antonij abbia chiesto udienza a Leone significa quantomeno che da parte russa c’è la voglia di non escludere il Vaticano. E’ già qualcosa. Se non altro, il riconoscimento dell’autorevolezza dell’interlocutore.

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