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Donne prete e benedizioni per tutti. La Chiesa tedesca si presenta al nuovo Papa

Tregua finita, dal Reno si ricomincia con la richiesta di riforme e rivoluzioni. Stavolta cambia lo slogan, che diventa "l'amore"

Matteo Matzuzzi

Mentre la nuova presidente dell'associazione delle donne cattoliche invoca "l'ordinazione femminile", il capo della Conferenza episcopale chiede di attuare il documento che benedice ogni coppia, a prescindere da chi la forma

Leone XIV è a Castel Gandolfo per qualche giorno di riposo, ma dalla Germania arrivano i primi messaggi a lui diretti, accompagnati dal noto rullio di tamburi che promette battaglia. Dal nuovo Papa “ci aspettiamo che ascolti noi donne credenti e prenda sul serio le nostre preoccupazioni. E’ importante sviluppare una conversazione. Ciò è già stato fatto al Sinodo universale, dove però sono state escluse alcune domande, come quella sull’ordinazione delle donne. E ciò deve essere recuperato”. E’ il primo intervento della nuova presidente della Comunità delle donne cattoliche di Germania (KfD), Anne König, quarantenne deputata al Bundestag e iscritta alla Cdu, i cristiano-democratici al governo federale. Nell’intervista al portale della Conferenza episcopale di Germania, il canovaccio che risulta è sempre il medesimo: nuovo impulso al Synodale Weg, il cammino sinodale locale, studio su come recuperare gli iscritti perduti, riflessione sullo stato finanziario (bisogna aumentare le entrate) e riforme. Sempre riforme, tante riforme: intanto, se proprio non è possibile arrivare in tempi brevi all’ordinazione delle donne perché “ci sono assi spesse che non possono essere forate da un giorno all’altro”, bisogna fare in modo che sia riconosciuto l’impiego delle donne in tutti i servizi e gli uffici ecclesiastici e “il riconoscimento delle diverse forme di vita”

 

E’ intollerabile, per Anne König, che ancora oggi “la possibilità per le donne di predicare dipenda dalla buona volontà del sacerdote, che decide se consentire alla donna di predicare nella ‘sua’ chiesa. Dovrebbe invece diventare normale che le predicazioni femminili siano parte integrante della vita quotidiana nella Chiesa”. Il principio cardine e ispiratore è l’uguaglianza, che “non ci stancheremo mai di difendere”, anche se “spesso è frustrante”. 

 

Dopo un periodo di calma e assestamento dovuto prima alla morte di Papa Francesco e poi all’elezione di Leone XIV, la Chiesa in Germania ha ripreso ad avanzare le proposte che da anni recapita a Roma, alternando ramoscelli d’ulivo a toni ultimativi. Due giorni fa, il presidente della Conferenza episcopale, mons. Georg Bätzing, ha raccomandato nella sua diocesi, Limburg, l’attuazione del documento-guida “La benedizione dà forza all’amore. Benedizioni per le coppie che si amano”, riprendendo – si legge nella Nota diocesana – “le prospettive pastorali del Cammino sinodale e gli sviluppi della Chiesa universale”. “Benedire significa accompagnare le persone nella vita, indipendentemente dalla loro forma di vita”, ha detto Bätzing, aggiungendo che “con l’attuazione di questo documento, vogliamo rafforzare  le persone che vivono in coppia con amore e responsabilità. La benedizione è espressione di vicinanza, rispetto e speranza”. Il problema è che la benedizione è prevista per tutte le coppie che “non possono o non vogliono contrarre il matrimonio sacramentale”, compresi divorziati risposati, coppie di diversa confessione religiosa e coppie formate da persone dello stesso sesso. Mons. Bätzing spiega che è tutto “teologicamente fondato” e in linea con la controversa Dichiarazione Fiducia supplicans del dicastero per la Dottrina della fede guidato dal cardinale Víctor Manuel Fernández. 

 

Limburg non è un caso isolato: negli stessi giorni, anche la diocesi di Rottenburg-Stoccarda si è allineata: le benedizioni “prendono sul serio la varietà delle configurazioni di coppia odierne ed esprimono che la Chiesa non solo riconosce questo amore, ma anche lo accompagna”. La benedizione diocesana qui è estesa “alle coppie di tutta la varietà di orientamenti sessuali e identità di genere”, perché il presupposto fondamentale “è l’amore” e “chi chiede la benedizione, fa una professione di fede”: “Dove le persone si incontrano con amore e responsabilità, lì Dio è presente e questa relazione merita di essere benedetta”, è la sintesi. Per i responsabili diocesani, il documento adottato dalla Conferenza episcopale tedesca e subito attuato a Rottenburg-Stoccarda “è un’importante pietra miliare sulla strada verso una pastorale sensibile alle persone queer”.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.