Foto di Gemma Stiles via Wikimedia Commons

L'ultima dei cattolici tedeschi: "Basta con l'idea di un Dio maschio e bianco"

Il vescovo ausiliare di Osnabrück entusiasta: "Dio Padre? Non si intendeva designare il sesso"

Matteo Matzuzzi

La Katholische junge Gemeinde, organizzazione che raggruppa migliaia di giovani cattolici tedeschi, ha diffuso un comunicato ufficiale in cui chiede di aggiungere l’asterisco dopo la parola “Dio”. Questione di gender

La Katholische junge Gemeinde, organizzazione che raggruppa migliaia di giovani cattolici tedeschi, ha diffuso un comunicato ufficiale  in cui chiede di aggiungere l’asterisco dopo la parola “Dio”, in modo da cambiare la percezione che si ha  “di un vecchio maschio bianco con la barba che punisce”. Molto meglio avere a che fare, invece,  con “un Dio della diversità”. Insomma, anche qui è questione di gender. Nel vasto calderone delle istanze parasinodali che da due anni squassano la Chiesa tedesca, tra richieste di abolire il celibato sacerdotale, di discutere la figura del prete, di ragionare sul ruolo delle donne e sull’onnipresente “potere ecclesiastico”, ora sono i giovani, dinamici e reattivi, a far sentire la loro voce. “Sempre più fedeli sono scoraggiati dall’immagine di un Dio maschio, patriarcale, bianco e lo stanno dicendo ad alta voce”, spiegano. Anche perché, “Dio può essere anche un’amica, una compagna o un amore”, ha detto Rebekka Biesenbach, l’assistente spirituale del gruppo cattolico: “Sono tutte dimensioni che l’immagine di Dio come Padre non copre”. La proposta è stata rispedita al mittente, anche se non con troppa convinzione, dai vescovi tedeschi: se infatti il portavoce della Conferenza episcopale locale, Matthias Kopp,  ha detto che “il dibattito teologico sulla questione, al momento, non è rilevante perché abbiamo  a che fare con altri problemi che riguardano la Chiesa, ora”, qualcuno ha accolto la proposta con viva  soddisfazione. 

 

Il vescovo ausiliare di Osnabrück – diocesi particolarmente cara alle realtà novatrici, se è vero che il vescovo Franz-Josef Bode chiese a Roma di autorizzare la benedizione in chiesa delle coppie omosessuali –, mons. Johannes Wübbe, che è anche responsabile delle politiche giovanili in seno all’episcopato tedesco, ha detto al Weser-Kurier che “è positivo che giovani cristiani vogliano discutere dell’immagine di Dio”. Dopotutto, ha osservato, “i giovani non potevano immaginare Dio come un vecchio con una lunga barba bianca”. E come la mettiamo con il Padre nostro che è nei cieli? “Rivolgersi a Dio chiamandolo Padre aveva lo scopo di aiutare a descrivere l’essenza di Dio. Non si intendeva designare il sesso di Dio”.
Il dibattito sull’aggiunta o meno dell’asterisco a Dio rivela quanto profonda sia la crisi della Chiesa tedesca che sembra mancare anche dei “fondamentali”. Lo stesso cardinale Walter Kasper, non certo accusabile di simpatie conservatrici, da tempo denuncia sui mezzi di comunicazione in Germania la preoccupazione per quanto sta accadendo: “C’è da chiedersi se sia cattolico”, aveva detto lo scorso giugno riferendosi alle istanze emerse durante il percorso sinodale. L’appello dei giovani tedeschi rappresenta anche un segnale da non sottovalutare  per il processo sinodale universale inaugurato poche settimane fa a Roma dal Papa. Dando la parola alla “base”, cioè al Popolo di Dio “infallibile in credendo”, è chiaro che dal dibattito a livello diocesano potrà uscire di tutto, ogni istanza sarà considerata legittima e degna d’attenzione, visto che tutto è aperto e ammesso. Il cardinale Mario Grech, che del Sinodo è il segretario generale, ha infatti già messo le mani avanti, spiegando che si vedrà solo in un secondo momento se sarà il caso di far votare il documento finale paragrafo per paragrafo come è sempre accaduto. E questo per evitare una conta, l’ennesima, che potrebbe rivelarsi drammatica e mostrare una Chiesa sempre più simile a un caotico e umanissimo Parlamento. Gli esempi anche recenti, dopotutto, non mancano. 

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  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.