Papa Francesco durante l'udienza generale del mercoledì (LaPresse)

“Assistiamo inorriditi a questa inaccettabile strage”. Il Papa condanna l'attacco chimico in Siria

Matteo Matzuzzi

Al termine dell’udienza generale, Francesco parla anche dell’attentato di lunedì a San Pietroburgo: “Vicinanza a chi soffre a causa di questo drammatico evento”. Alle 9.00 l'incontro con una delegazione di imam britannici

Roma. Due appelli del Papa hanno chiuso la consueta udienza del mercoledì. Innanzitutto, un pensiero alla Russia dopo l’attentato di lunedì alla metropolitana di San Pietroburgo, “che ha provocato vittime e smarrimento nella popolazione”. Mentre – ha detto Francesco – “affido alla misericordia di Dio quanti sono tragicamente scomparsi, esprimo la mia spirituale vicinanza ai loro familiari e a tutti coloro che soffrono a causa di questo drammatico evento”.

 

Ma è soprattutto sulle notizie relative all’ultima strage vicino a Idblib, in Siria, che il Pontefice ha voluto soffermarsi. “Assistiamo inorriditi agli ultimi eventi in Siria. Esprimo la mia ferma deplorazione per l’inaccettabile strage”, “dove sono state uccise decine di persone inermi, tra cui tanti bambini. Prego per le vittime e i loro familiari e faccio appello alla coscienza di quanti hanno responsabilità politiche, a livello locale e internazionale, affinché cessi questa tragedia e si rechi sollievo a quella cara popolazione da troppo tempo stremata dalla guerra. Incoraggio altresì – ha aggiunto il Papa – gli sforzi di chi, pur nell’insicurezza e nel disagio, si sforza di far giungere aiuto agli abitanti di quella regione”.

In precedenza, il Papa aveva ricevuto una delegazione di leader musulmani britannici. "A me piace pensare che il lavoro più importante che dobbiamo fare oggi fra noi, nell'umanità, è il lavoro 'dell'orecchio': ascoltarci. Ascoltarci, senza fretta di dare la risposta. Accogliere la parola del fratello, della sorella, e pensare poi di dare la mia". "Quando le persone hanno questa capacità di ascolto, parlano con un tono basso, tranquillo. Invece quando non ne hanno, parlano forte e gridano pure. Tra fratelli, tutti noi dobbiamo parlare, ascoltarci e parlare adagio, tranquilli, cercare insieme la strada. E quando si ascolta e si parla, già si è sulla strada", ha detto Francesco.

  • Matteo Matzuzzi
  • Friulsardo, è nato nel 1986. Laureato in politica internazionale e diplomazia a Padova con tesi su turchi e americani, è stato arbitro di calcio. Al Foglio dal 2011, si occupa di Chiesa, Papi, religioni e libri. Scrittore prediletto: Joseph Roth (ma va bene qualunque cosa relativa alla finis Austriae). È caporedattore dal 2020.