Bacon-Giacometti e l'arte dell'autoritratto

Luca Fiore

A Basilea e Venezia due mostre da visitare nel weekend

Strano che nessun museo al mondo avesse mai pensato a una mostra così. Eppure, a pensarci, il tema era lì, sotto gli occhi di tutti. Ad averli fatti conoscere, Bacon e Giacometti, era stata Isabel Rawsthorne, pittrice inglese che bazzicava Parigi. Fu modella di entrambi e, dello scultore svizzero, anche amante. Donna non bella ma dal viso perfetto per essere guardato da questi due extraterrestri del realismo. Realismo tragico. Anche se di loro non colpisce tanto il côté esistenzialista, quanto la qualità di penetrazione dell’oggetto. La vertigine conoscitiva. La felicità dell’esecuzione. Imprescindibili.

Basilea, Fondazione Beyeler. “Bacon-Giacometti”. Fino al 2 settembre

info: fondationbeyeler.ch

 


  

Come si fa oggi un autoritratto? Quello di Urs Fischer è forse il più intenso degli anni recenti: una statua di cera, a grandezza naturale, che brucia e si scioglie per tutto lo svolgersi della mostra. Ed è anche l’opera più forte tra i lavori della trentina di artisti della Collezione Pinault e del Museum Folkwang di Essen qui presenti. C’è anche l’autoritratto in bronzo di Alighiero Boetti, che regge un tubo con cui si versa acqua sulla testa arroventata (l’acqua è vera e anche il vapore). I troppi pensieri dell’artista? Può darsi. Ma l’opera è datata 1994: Boetti sapeva già del tumore al cervello che l’avrebbe ucciso.

Venezia, Punta della Dogana. “Dancing with myself”. Fino al 16 dicembre

info: palazzograssi.it

(foto di Matteo De Fina)

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