Siamo drogati

Piero Vietti

E se ti droghi ti spegni (o ti sciogli).

    Leggiamo sull'Huntsville Post (ripreso anche da What's up with that, blog sempre molto interessante, e da Climate Monitor) che il climatologo ed esperto di global warming John Christy, dice che certe sparate catastrofiste sul futuro tragico del clima hanno lo stesso effetto delle droghe: alla lunga fanno molto male, e danneggiano irreparabilmente. Per punti, lo scienziato spiega come sull'argomento clima "la cura faccia peggio della malattia":

    Il consenso non è scienza; i dati con cui si presagisce un riscaldamento catastrofico sono sospetti; i modelli sovrastimano il riscaldamento in atto; l'atmosfera non è così sensibile alla CO2 come alcuni ritengono che sia; le azioni di mitigazione non porterebbero alcun apprezzabile risultato scientifico; uno dei costi più alti di queste azioni sarebbe la delocalizzazione della produzione industriale in zone dove le regole sono meno stringenti; le temperature in Artico sono aumentate negli ultimi 100 anni, ma 100 anni fa erano basse come non lo sono mai state; i ghiacci artici si sciolgono, ma quelli antartici crescono: in definitiva c'è sempre la stessa quantità di ghiaccio ai poli; la Groenlandia è stata più calda di oggi ma non si è sciolta; ci sono più orsi polari oggi che in passato; i finanziamenti arrivano più facilmente se si ha una storia allarmante da raccontare.

    Qualcosa da contestare?

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.