Il Wwf gioca alla rivoluzione

Piero Vietti

Cambiamo tutto in base ai modelli, non a reali previsioni.

    Curioso post su ecoblog.it, nel quale si spiega che il Wwf ha definito il 2014 il "punto di non ritorno" per i cambiamenti climatici. Con tanto di foto dall'aria vagamente post apocalittica, il testo ci dice, in un crescendo thrilling, che

    "il mondo ha bisogno di ridurre le emissioni entro il 2014. Le industrie verdi devono aumentare del 22 per cento per anni e è necessario tagliare le emissioni del 63 per cento entro il 2020 rispetto ai livelli del 1990. Le industrie si dovranno trasformare e l'energia dovrà essere solo da fonte rinnovabile, la CO2 andrà catturata e stoccata, sarà necessaria l'efficienza energetica, agricoltura e selvicoltura sostenibile. Cosa dovrebbe accadere secondo il rapporto se la scadenza non è rispettata? Ebbene, sarà molto difficile la marcia indietro e il disastro climatico sarà compiuto".

    Urca, è certo che si arriva alla fine di queste righe con un po' di angoscia. Ma qui viene il bello. Il post continua:

    "Ovviamente, è bene specificarlo, si parla di modelli di previsione e non di reali previsioni. Ma il WWF intende porre l'accento sul fatto che una presa di posizione netta rispetto alla riduzione delle emissioni è necessaria".

    Ovviamente? "Si parla di modelli di previsione"? ""non di reali previsioni"? Secondo loro bisognerebbe rivoluzionare il mondo intero in breve tempo (e con costi altissimi, roba da fantascienza) in base a modelli non reali ma buoni a "porre l'accento sul fatto che una presa di posizione netta rispetto alla riduzione delle emissioni è necessaria"? Ma stanno giocando?

    • Piero Vietti
    • Torinese, è al Foglio dal 2007. Prima di inventarsi e curare l’inserto settimanale sportivo ha scritto (e ancora scrive) un po’ di tutto e ha seguito lo sviluppo digitale del giornale. Parafrasando José Mourinho, pensa che chi sa solo di sport non sa niente di sport. Sposato, ha tre figli. Non ha scritto nemmeno un libro.