Quel carrozzone delle "parti lese" di Mafia Capitale

Massimo Bordin
E’ stata la difesa di Carminati a segnare anche la seconda udienza del processo Mafia Capitale, nel momento in cui l’avvocata Ippolita Naso ha preso la parola, circa otto ore prima che scoppiasse una concitata bagarre in aula e il tribunale si riunisse in camera dì consiglio.

E’ stata la difesa di Carminati a segnare anche la seconda udienza del processo Mafia Capitale, nel momento in cui l’avvocata Ippolita Naso ha preso la parola, circa otto ore prima che scoppiasse una concitata bagarre in aula e il tribunale si riunisse in camera dì consiglio. L’oggetto della seduta fiume era il parere della pubblica accusa e dei difensori sulle richieste di costituzione di parte civile presentate nella prima udienza, per un totale di più di 150 soggetti che avevano chiesto di comparire come parti lese. “C’è qualcosa che non va in questo processo, processone o processetto che sia”, ha scandito l'avvocata Naso. “Non può essere un carrozzone dove tutti si sentano legittimati a salire”.

 

Non si trattava solo del cuore del problema dell’udienza,ma di una questione che si ripropone in ogni processo di questo tipo. In quello della cosiddetta trattativa rimase memorabile l’associazione di pompieri che tentò senza successo la costituzione di parte civile, qui la palma del teatro dell'assurdo spetta ad una associazione che nella sua ragione sociale ha "la difesa del patrimonio gastronomico del territorio”. Il codice di procedura non prevede repliche dopo che tutte le parti abbiano detto la loro in merito e ad esso si è attenuta la presidente Rosanna Ianniello, malgrado la bagarre scatenata dai legali del Movimento 5 stelle. Mentre scrivo la corte non è ancora rientrato in aula.

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