L'inedito Grillo

Massimo Bordin

Grillo inedito ieri sul Corriere della Sera. Raziocinante, dialogante. Certo, si ostina a chiamare reddito di cittadinanza quello che dovrebbe più propriamente essere definito sussidio di disoccupazione.

Grillo inedito ieri sul Corriere della Sera. Raziocinante, dialogante. Certo, si ostina a chiamare reddito di cittadinanza quello che dovrebbe più propriamente essere definito sussidio di disoccupazione. La differenza non è nominalistica, sta nella platea dei possibili percettori, e quindi nei costi, ma perfino di questo Grillo dà segno di avere una qualche contezza. Il tono comunque sembra diverso dal solito e potrebbe essere causato dall’esigenza di differenziarsi dalla concorrenza fascio-demagogica di Salvini. Sono sproporzionati però gli entusiasmi a sinistra. Il tipo è umorale, si sa, c’è poco da fidarsi. Più interessante la reazione di un “fuoriuscito” del M5s, il senatore Orellana, riparato non a Parigi ma nel gruppo misto. “Mi dà ragione. Quando arriveranno le scuse per avermi trattato da traditore?”. Mai, gentile senatore. Le scuse non arriveranno mai. Quand’anche fosse, avere ragione nel momento sbagliato, in politica, non è un merito ma un limite. Pannella, che nel ramo è un esperto, lo ha sempre sostenuto. Bismarck non definiva la politica solo come arte del possibile ma anche come scienza del relativo e i tempi hanno la loro importanza, massimamente evidenziata da Lenin con la frase cara a tutti i golpisti “Il 6 è presto e l’8 è tardi”. L’intervista di Grillo non dà certezza di una svolta del M5s ma forse qualche curiosità la muove. La reazione di Orellana invece conferma la mediocrità del personale politico portato in parlamento dal M5s. Un politico non può mai declinare al passato le proprie ragioni. Al massimo può farlo per lui un giornalista che, come diceva Bismarck, è uno che non ha trovato un mestiere.

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