Editoriali

L'Olanda estende l'eutanasia agli under dodici

Redazione

La spietata logica dello stato nord europeo prevede che un bambino possa uccidersi per il suo "bene". Theo Boer, uno dei padri della legge, ha fatto autocritica, osservando che il suo paese ormai “galoppa verso la morte”

L’Olanda vuole estendere l’eutanasia ai bambini  tra uno e dodici anni, ha detto il ministro della Salute Ernst Kuipers che, su consiglio dei pediatri, propone un protocollo simile a quello già esistente per i neonati. Nel 2016 l’allora ministro della Salute, Edith Schippers, aveva stanziato 400 mila euro per uno studio teso a valutare l’ammissibilità dell’eutanasia per bambini da uno a dodici anni. Oggi, infatti, i bambini fino a un anno  possono essere uccisi con il consenso dei  genitori in base a criteri stabiliti dal “Protocollo di Groningen”. I bambini con più di  dodici anni possono invece accedere all’eutanasia previo  consenso. Tra due e dodici anni esiste una “zona grigia”. Ora si vuole normare anche quella, far entrare la “luce” del diritto. In un editoriale pubblicato su Handelsblad, il professor Theo Boer, uno dei padri della legge olandese sull’eutanasia, aveva fatto autocritica, osservando che il suo paese ormai “galoppa verso la morte”.


Il conto alla rovescia verso l’ultimo tabù rimasto è iniziato. La grande avventura dell’autonomia umana, nata con il cristianesimo che ha inventato la nozione di “persona” riformulata con l’Illuminismo, si conclude nella fase terminale olandese. Il “partito dell’eutanasia” non comprende forse neanche la posta in gioco antropologica della sua lotta. Creonte, colui che non ascolta Antigone, domina gli spiriti. Si stabilisce una nuova morale: quella dell’abnegazione sociale, della morte anche di un bambino a beneficio della collettività. La morte come cura che “libera” dalla sofferenza. Una morte dolce, rapida, desiderata. Ma il partito dell’eutanasia è demagogico. Lusinga l’opinione pubblica. Gli fa credere che la soluzione è a portata di mano. 
 

Aveva visto giusto un grande laico e umanista come Robert Badinter che, da ministro della Giustizia, abolì la pena di morte in Francia, ma si disse contrario all’eutanasia. Ora la “vittoria” definitiva è a portata di mano. Ma a quale costo?

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