
Enzo Jannacci sdraiato su una moto a Sanremo nel 1991 (Foto di Angelo Deligio/Mondadori via Getty Images)
Bandiera Bianca
"L'estate di una volta". Finalmente i meteorologi ci danno un'informazione utile sul tempo: passa
L'idealizzazione del passato: un'estate idilliaca, calda ma non afosa, con l'occasionale temporale ma senza bufere, soleggiata ma non ustionante. Nulla a che vedere con quella "di oggi"
È singolare che, nel lessico sempre duttile dei meteorologi, le belle giornate che stiamo vivendo – almeno al Nord Italia – vengano definite “l’estate di una volta”. Per “estate di una volta”, a quanto ho capito, si intende un’estate sì calda ma non afosa, sì con l’occasionale temporale ma senza bufere, sì soleggiata ma non ustionante, sì ventilata ma tutt’al più da una brezzolina. “L’estate di una volta” è un quadro idilliaco, un eden con racchettoni e Calippo; nulla a che vedere con quella che presumo vada chiamata “l’estate di oggi”, la quale prima ci incenerisce e poi ci annega, e men che meno con la plausibile “estate del futuro”, quando i pochi sopravvissuti della specie umana dovranno cercare ristoro e frescura su Marte, non a Pinarella di Cervia. È questa “estate di una volta” l’ennesima incarnazione dell’età dell’oro che ha caratterizzato la nostra storia sin dagli albori della civiltà, dal diluvio universale o, se preferite, dal peccato originale. Si tratta di un’idealizzazione del passato grazie a cui finalmente la meteorologia riesce a darci l’unica informazione davvero utile sul tempo: passa.
