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Bandiera bianca

Un Gesù interpretato da una donna nera e omosessuale scandalizzerà qualcuno, ma non i cristiani

Antonio Gurrado

La scelta di dare il ruolo principale in “Jesus Christ Superstar” a Cynthia Erivo è probabilmente una provocazione. Ma chi crede nel cristianesimo sa ci sono buoni motivi per non cascarci

Certo, bisogna proprio essere dei rivoluzionari per assegnare il ruolo principale in “Jesus Christ Superstar” a Cynthia Erivo: la scelta di far interpretare Gesù a una donna nera e omosessuale è probabilmente una provocazione fatta apposta per scandalizzare. Scandalizza, ad esempio, chi crede che il cristianesimo sia un club a numero chiuso, i cui membri abbiano il compito di puntare il dito sui peccati altrui; scandalizza, nondimeno, chi è convinto che il cristianesimo consista nello sforzarsi di imitare Gesù nei modi, non nello spirito; scandalizza, soprattutto, chi è convinto che il cristianesimo sia una faccenda semplice come tracciare una linea per mettere di qua tutti i buoni e di là tutti i cattivi. Per questo motivo, dunque, la scelta di Cynthia Erivo può scandalizzare un sacco di gente, soprattutto quella che vuol far scandalizzare qualcuno, ma di certo non può scandalizzare i cristiani.

Costoro sanno infatti che nessuno è buono, quindi a rigore nessuno è degno di impersonare Gesù nemmeno nella più infima recita parrocchiale; sanno che l’anima è immateriale, quindi va oltre tutte le possibili etichette e militanze a cui possiamo consegnarci volontariamente o su impulso altrui; sanno, soprattutto, che un musical è un musical e non un testo sacro, quindi l’evenienza che un personaggio si chiami “Jesus” non è teologicamente più rilevante del caso in cui si chiami, boh, “Jason”. Alla fine, il cristianesimo è molto più rivoluzionario di qualsiasi provocazione.