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Bandiera Bianca

L'instagrammabilità che unisce il Duomo a Rafah

Antonio Gurrado

Il monumento meneghino e la causa filopalestinese sono entrambe succubi della viralità social. Che però troppo spesso ricade in una scadente photo opportunity 

Leggo che imponenti misure di sicurezza sono state prese per proteggere dai climber i monumenti di Milano, specie dopo il blitz degli attivisti antisionisti che hanno srotolato un’enorme bandiera della Palestina sulla facciata del Duomo (o, come ha scritto con felice lapsus il sito del Tg Rai Lombardia, “sulla faccia del Duomo”). Le misure di sicurezza prese ex post comunicano di per sé un senso di sorpresa di fronte a un’emergenza; mi domando però quanto di sorprendente ci possa essere nell’incursione di ieri.

Da anni infatti statistiche un po’ frivole e individuano nel Duomo uno dei nostri monumenti più instagrammati; altrettanto instagrammabile è la causa palestinese, come ha dimostrato l’ondata virale di condivisioni della figurina “All eyes on Rafah”. Sui social basta mettersi in posa: nel primo caso mostrandosi davanti a un monumento, sottintendendo di non sapere bene cosa sia ma sentendo l’urgenza di comunicare al mondo che ci si trova in un posto chic; nel secondo caso aderendo a uno slogan precotto, rinunciando a capire bene cosa significhi ma sentendo l’urgenza di comunicare al mondo che si sta dalla parte chic. Instagrammabilità del Duomo più instagrammabilità del sostegno filopalestinese creano le condizioni di una perfetta photo opportunity, scevra di interrogativi sul senso di calare il bandierone di un popolo islamico davanti alla più grande chiesa d’Italia, proprio sulla faccia del Duomo; anzi, alla faccia del Duomo.

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