(foto di Bakd&Raw by Karolin Baitinger su Unsplash)

bandiera bianca

Cosa distingue davvero vegani e onnivori

Antonio Gurrado

Le critiche a un ristorante nel Cheshire dimostrano che mentre chi mangia tutto non si sognerebbe mai di mettere al rogo uno che si nutre di sedani, la stessa cosa non avviene a parti inverse

A Macclesfield, nel Cheshire, c’è un rinomato ristorante vegano la cui specialità è la carne. L’apparente paradosso si risolve così: il ristorante – specializzato in cucina greca – è di vocazione e impostazione vegana, e vegano è pressoché tutto il menu; tuttavia, per garantirsi qualche cliente in più, o anche solo per consentire una scelta più vasta, fra le portate è presente una limitata gamma di piatti di carne, scelta che lo rende unico nel panorama del veganesimo.

Non è così strano: anni fa, vicino a casa mia, c’era un ristorante per carnivori ossessivi che però, unitamente a fiorentine e costolette e almeno dieci tipi di filetti, presentava una scelta di piatti di verdure, a beneficio dei commensali che non volessero o non potessero addentare un bell’animale morto; era una scelta che denotava rispetto, così che vegetariani e vegani potessero serenamente condividere il desco con gli onnivori, senza dover trascorrere il pranzo o la cena a piangere rannicchiati in un angolino. Non mi risulta abbia mai protestato nessuno; mentre a Macclesfield, nel Cheshire, è partita una tempesta di merda senza precedenti nei confronti del povero ristoratore greco, reo di offrire una piccola selezione di carni di alta qualità e provenienti da filiere ben certificate, in mezzo al consueto trionfo di verdure.

È la prova matematica che, mentre i carnivori non metterebbero mai al rogo uno che mangia un sedano, i vegani sono quelli che non vogliono far mangiare carne agli altri. Poi dicono che troppe proteine rendono aggressivi.

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