Screen da YouTube 

Bandiera Bianca

Modesta proposta per una riforma dei quiz sulla tv di stato

Antonio Gurrado

Ma se quelle somme sempre crescenti che i partecipanti ai programmi televisivi si portano a casa le facessimo elargire allo stato come parziale risarcimento per l'ignoranza?

Modesta proposta per una riforma dei quiz sulla tv di stato. Sappiamo tutti che, a un certo punto della serata, dal salotto prima o poi si leva sempre il grido di disperata sofferenza di qualcuno sottoposto alla visione di concorrenti incapaci di individuare in quale regione si trovi Catanzaro, di calcolare la radice quadrata di 9, di ricordarsi da quale romanzo mai derivi la citazione “Carneade, chi era costui?”.

 

Abbiamo tutti visto e rivisto online le clip imbarazzanti di concorrenti che, in favore di telecamera, non perdono il sorriso mentre non riescono a collocare nella storia la morte di Hitler o l’unità d’Italia. Eppure il sottopancia di questi concorrenti mantiene la dicitura di cifre iperboliche guadagnate fino a quel momento, sovente pari a un paio d’anni di stipendio netto per un insegnante, lasciando quindi l’impressione che sia indifferente sapere o non sapere queste cosucce che si studiano a scuola.

 

Consiglio perciò alla Rai di introdurre una modifica al regolamento tramite cui, oltre a rendere più spettacolare il gioco, avrebbe il grande merito di ristabilire una sorta di giustizia culturale. Nel momento in cui il concorrente si rivelasse beatamente ignorante su uno di questi argomenti da scuola dell’obbligo, il suo sottopancia dovrebbe recare la somma sempre crescente che sarà tenuto a versare allo stato come parziale risarcimento per averlo fatto studiare dai sei ai sedici anni, spendendo inutilmente le tasse dei telespettatori.

Di più su questi argomenti: