BANDIERA BIANCA

Pandora papers: più grande l'inchiesta, maggiori i leaks

Antonio Gurrado

L'inchiesta del Guardian sui paradisi fiscali occupa quasi tre terabyte di documenti, più di Pandora papers e Wikileaks. Vogliamo buchi della serratura sempre più grandi, fino a quando coincideranno con l'intera stanza. E non ci sarà più nulla per cui scandalizzarsi

Due virgola novantaquattro terabyte sono, se la matematica non mi tradisce, trecentoquaranta gigabyte in più di due virgola sei terabyte. Grazie, direte, e con ciò? Con ciò c’è il fatto che di quell’incollatura i Pandora Papers superano i Panama Papers di cinque anni fa, diventando così il più grande leak di dati della storia. Per dire, Wikileaks, da cui tutto ebbe inizio undici anni fa, constava solo di uno virgola sette gigabyte, roba da dilettanti, grossomodo quanto una partita su Dazn; sull’efficace grafico del Guardian, Wikileaks è un quadratino poco percettibile all’interno dell’enorme quadratone dei Pandora Papers.

 

È annosa la questione se le dimensioni contino o meno; fatto sta che l’immane incremento dei leak, tale per cui più sono i byte maggiore è lo scandalo, rende l’idea di una tendenza per cui vogliamo buchi della serratura sempre più ampi, e saremo contenti solo quando coincideranno con l’intera stanza. Con due conseguenze, però: quando ogni segreto sarà di pubblico dominio, non ci sarà nulla più di cui scandalizzarsi; e poi, fra qualche anno, i Pandora Papers saranno un minuscolo quadratino dentro chissà quale abissale leak di centinaia di petabyte, di zettabyte, di yottabyte. Allora ci sorprenderemo di quanto ci stiamo agitando adesso, per così poco.

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