bandiera bianca

A Londra puoi diventare testimonial pubblicitario prendendo il bus

Antonio Gurrado

Non trovo nulla di oltraggioso nella pubblicità di "Naked Attraction". Chi la critica denota una fiducia esagerata nel potere della persuasione

Vi prego di credermi: mentre scrivo queste parole sono completamente vestito ma non trovo nulla di oltraggioso nella pubblicità di “Naked Attraction” che sta scandalizzando l’Inghilterra. Consta di un cartellone pubblicitario affisso sul fianco degli autobus – quei celebri double-decker rossi – con frecce che indicano tre finestrini, specificando per ciascuno: “Gli piace Naked Attraction”, “Detesta Naked Attraction”, “Gli piace star nudo”. Poiché indicando i finestrini le frecce indicano di fatto tre passeggeri a caso, l’opinione pubblica è insorta: perché una persona qualsiasi dev’essere testimonial di una trasmissione televisiva? E perché dev’essere additata al pubblico come qualcuno che predilige il costume adamitico? Come la mettiamo se è un bambino? O se non si spoglia nemmeno per fare la doccia? Soprattutto le critiche si sono appuntate sull’evenienza che la freccia, smascherando arbitrariamente un’immaginaria passione per la nudità di un quidam inconsapevole, possa finire per suggerire, incentivare e incoraggiare le molestie sessuali nei confronti del passeggero vittima della pubblicità. Denota una fiducia esagerata nel potere della persuasione, supporre che qualcuno possa molestare qualcun altro solo perché gliel’ha detto un autobus.

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